Vendita auto, prestanome marchigiani
dietro una maxi evasione da 6 milioni

Operazione della Finanza
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Giovedì 11 Agosto 2016, 11:55
ANCONA – C’erano anche prestanome marchigiani nel complesso giro di compravendita di auto dalla Germania che ha permesso ai gestori di evadere circa 6 milioni.
Ricavi non dichiarati all'erario per oltre 6 milioni di euro sulla cessione di oltre 200 auto di lusso, e nove persone denunciate per reati fiscali ed associativi: sono questi i principali risultati dell'indagine denominata «Fast Car», coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia e svolta dai finanzieri della tenenza di Città di Castello, in collaborazione con il servizio antifrode delle Dogane di Perugia, nei confronti di una presunta un'associazione a delinquere che commercializzava in Italia autoveicoli provenienti dalla Germania (Bmw, Mercedes, Audi e Volkswagen) senza però versare Iva e imposte dirette. La indagini della Gdf, che hanno riguardato in una prima fase due ditte dell'Alta Valle del Tevere, hanno portato alla luce il coinvolgimento anche di altri operatori del settore, con sedi nelle provincie di Perugia, Pesaro-Urbino ed Arezzo. Secondo la Gdf, la frode consisteva nel falsificare i documenti presentati all'Agenzia delle entrate in modo da far risultare, all'atto dell'immatricolazione delle auto, che l'Iva era stata già assolta nel paese comunitario di provenienza della vettura, utilizzando i benefici del cosiddetto «regime del margine», previsto per le cessioni intracomunitarie di beni usati. A tale scopo, avvalendosi di prestanome residenti nelle Marche, erano state costituite due società in Germania, la cui funzione era quella di simulare acquisti intracomunitari e rendere più difficoltose eventuali verifiche. «Grazie anche - spiega la Gdf - alla cooperazione delle autorità doganali tedesche ed il successivo incrocio con la documentazione della Motorizzazione civile, sono stati ricostruiti i vari passaggi e l'entità dell'evasione».
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