«Una rapina in centro». Falso allarme a Senigallia: versati i 2 milioni della maxi evasione

«Una rapina in centro». Falso allarme a Senigallia: versati i 2 milioni della maxi evasione
«Una rapina in centro». Falso allarme a Senigallia: versati i 2 milioni della maxi evasione
di Sabrina Marinelli
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 07:03

SENIGALLIA Lo Stato ha incassato ieri 2 milioni di euro sequestrati nell’ambito dell’operazione “Fast&Clean”. Una maxi-frode fiscale, scoperta a Senigallia dai militari del tenente Francesco Cavuoto, estesa a molte altre regioni, che ha portato alla denuncia di 85 persone. Tutte cinesi. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla procura di Ancona, sono stati sequestrati ad un’organizzazione cinese beni e conti correnti per 350 milioni di euro, oltre a quasi 2 milioni di euro in contanti, frutto di evasione fiscale e riciclaggio.

Il versamento

Il contante, sequestrato in una camera d’albergo nella provincia di Milano, era conservato in diversi sacchi neri e trolley.

Era stato già trasferito in zona, in un luogo segreto, in attesa del versamento di ieri. L’intervento è durato oltre un’ora perché è stato necessario controllare l’autenticità di ciascuna banconota, prima di procedere al versamento. Non è passata inosservata l’operazione della Guardia di Finanza con un’imponente scorta. In un gremito giovedì di mercato, chi si è trovato a transitare ieri mattina davanti alla sede di via Armellini delle Poste centrali, ha creduto fosse in corso una rapina.

La tensione

Pattugliato sia l’ingresso principale, all’angolo con via Fratelli Bandiera, che il secondario di via Armellini. L’intervento di ieri è servito a garantire allo Stato la somma sequestrata, che potrà utilizzare per fini pubblici, compresi quelli relativi alla giustizia e all’ordine e la sicurezza. Più volte in passato la Tenenza di Senigallia, guidata dal comandante Cavuoto, ha assicurato alle casse dello Stato grandi somme di denaro, sequestrate ad evasori o riciclatori di denaro proveniente dall’evasione, per la maggior parte di laboratori di confezioni o altre attività gestite da cittadini cinesi nell’hinterland senigalliese. Proprio come l’ultima “Fast&Clean”, che prende il nome dalla velocità con cui il denaro sporco veniva ripulito tramite finte operazioni commerciali. Il fenomeno è riconducibile a quello di un underground banking, una banca parallela illecita per clienti speciali che raccoglie e distribuisce denaro, a volte con molta più liquidità di una normale filiale bancaria italiana, tutto di provenienza da reati di varia natura. Le fatture false venivano girate agli imprenditori che facevano un bonifico su banche cinesi per acquisti mai avvenuti e il denaro, pulito, veniva restituito all’imprenditore in contanti tramite corrieri. Le Fiamme Gialle hanno portato alla luce una rete di oltre 600 imprese su tutto il territorio nazionale, coordinate da un’organizzazione criminale, che tra il 2022 e il 2023 ha emesso fatture false per circa 1 miliardo e 700 milioni di euro.

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