ANCONA - La saga della Form finisce in tribunale. Sotto l’egida del commissario straordinario Paolo Pauri - nominato a metà novembre dalla giunta Acquaroli dopo le dimissioni di massa nel consiglio di amministrazione - la Fondazione si è costituita in giudizio contro Sandra Pirruccio, la candidata al ruolo di direttore artistico che ad ottobre si era rivolta al Tar delle Marche per capire le ragioni dello stallo sulla nomina, in stand by da giugno.
L’udienza è fissata per il 15 dicembre e avrà il compito di fare luce sui tanti punti ciechi di questa vicenda.
L’allarme
«Ad oggi, i lavoratori non hanno ancora certezze di quello che sarà il loro futuro – osserva la sindacalista Federica Domenella –. Siamo a dicembre e ancora non si hanno notizie sulla Stagione Sinfonica 2023.». E all’allarme fa seguire una proposta: «Gli stessi lavoratori potrebbero dare un contributo fattivo attraverso un proprio rappresentante nominato all’interno del cda». Un cda interamente da ricomporre, dopo le dimissioni in serie del presidente Marco Manfredi e di due consiglieri. Tutto è partito da quel 20 maggio quando sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature per il ruolo di direttore artistico. A giugno, la commissione valutatrice istituita dalla Regione aveva indicato il nome di Santa Pirruccio (del Conservatorio Rossini), che tuttavia non ha mai ottenuto il disco verde dal cda della Form, anche per un braccio di ferro che si è profilato tra Fratelli d’Italia e Lega. Ora l’intricata matassa finirà di fronte al Tar, in un duello tra Pirruccio e Form commissariata. Sullo sfondo, le sorti sempre più precarie dell’Orchestra.