Zingaretti (ospite del Corriere Adriatico) si candida nelle Marche: «Infrastrutture indecenti. La colpa è della destra»

Zingaretti (ospite del Corriere Adriatico) si candida nelle Marche: «Infrastrutture indecenti. La colpa è della destra»
Zingaretti (ospite del Corriere Adriatico) si candida nelle Marche: «Infrastrutture indecenti. La colpa è della destra»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 3 Maggio 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 18:35

Elly Schlein glielo ha chiesto, lui ha accettato. Dallo scranno di governatore del Lazio Nicola Zingaretti è passato a quello di deputato - con pit stop al vertice del Pd nazionale - e ora punta a Bruxelles da candidato dem nella circoscrizione Centro. Ieri il suo tour nelle Marche, tra Jesi, Senigallia e Ancona, dova ha fatto un giro alla Fiera di San Ciriaco con l’ex sindaco Fabio Sturani. «Ho visto una città operosa, preoccupata per il futuro. Noi dobbiamo guardare quella paura e trasformarla in speranza».

Ha deciso di iniziare la sua campagna elettorale per le Europee dalle Marche. Una riproposizione del kick off della premier Meloni che nel 2022 avviò la campagna per le Politiche da Ancona? A lei portò bene.

«Nelle Marche vengo spesso.

Qui ci sono le mie radici: i miei nonni sono di Morro d’Alba. Mi fa piacere essere vicino a questa terra da quando facemmo la battaglia per l'Italia di mezzo, l'Italia dei due mari».

Il progetto di una macroregione centrale che avvicinasse Marche, Lazio, Toscana e Umbria ma che non si è mai concretizzato.

«Dovrebbe concretizzarsi invece. Non si riesce perché la destra italiana non ha un’idea di Europa, ma neanche d’Italia. Si tratta di un modello di sviluppo per dare a questi territori il peso giusto negli investimenti, nelle infrastrutture».

Le infrastrutture, nostro tallone d’Achille da sempre: a proposito, come ha raggiunto Ancona da Roma?

«In autostrada con l’auto».

In treno non le conveniva di sicuro. E da domani, con i lavori sui binari, sarà anche peggio.

«È incivile quello che sta accadendo sulle infrastrutture ed è figlio del non capire che l’Italia dei due mari non era l’idea di un folle, ma un modello di sviluppo. Se non si è concretizzato, è colpa di chi non ci ha creduto».

Chi non ci ha creduto?

«La destra: con l’autonomia differenziata, sfido chiunque a dire che il governo Meloni ha come priorità l’Italia dei due mari».

Quando si iniziò a parlare di una macroregione centrale, però, i governatori erano in quota centrosinistra.

«Infatti ci sono molti progetti in itinere che oggi vengono messi in discussione».

Nelle Marche ci sono tre candidati Pd alle Europee: una corsa affollata per una regione da 1,5 milioni di abitanti che non esprime un parlamentare a Bruxelles da 20 anni.

«La battaglia che sta facendo il Pd è chiara e unitaria: combattiamo per un’Europa più forte e più umana. L’Europa dei nazionalismi porta alle guerre».

La scelta dei candidati dunque è fondamentale: farne correre tre nelle Marche non è l’ennesima riproposizione di un Pd diviso e frammentato?

«Se il messaggio politico è lo stesso, più siamo e meglio è».

Schlein è capolista nella circoscrizione Centro ma, anche se eletta, non andrà a Bruxelles: condivide queste candidature di facciata dei leader?

«Lo vogliono gli italiani. Vogliono avere chiarezza nella politica e se i leader diventano coloro che la interpretano, alla fine il confronto sarà anche su questo».

Nel 2025 ci saranno le elezioni regionali nelle Marche: il Pd ha chance di riprendersele?

«Sono ottimista, ma al mio campo dico: ci si deve unire per ridare speranza e costruire un progetto. Le destre lo hanno fatto alle Politiche. Se riusciamo a mettere in campo un progetto unitario, la partita si riapre anche in questa regione».

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