Atenei, sfida per la crescita a Tipicità: «Ma servono meno vincoli»

Confronto con i rettori, McCourt rilancia sulle trattative per Macerata

Atenei, sfida per la crescita a Tipicità: «Ma servono meno vincoli»
Atenei, sfida per la crescita a Tipicità: «Ma servono meno vincoli»
di Domenico Ciarrocchi
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Domenica 10 Marzo 2024, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 11:53

FERMO Sì, va bene: la didattica, la formazione, il digitale, l’innovazione. Ma poi quando ci sono tutti questi vincoli, cosa bisogna fare? È l’appello del rettore di Macerata John Francis McCourt al confronto organizzato nell’ambito di Tipicità e moderato dal direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi. Un dibattito dal titolo “Atenei del benessere: stimoli per le Marche al futuro” al quale hanno partecipato anche il rettore di Camerino, Graziano Leoni, e, in rappresentanza della Politecnica di Ancona, Nunzio Isidoro, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie.

«Noi, ad esempio - ha rimarcato McCourt - puntiamo sullo sviluppo dell’Università in centro e stiamo portando avanti una trattativa per l’acquisto dell’ex sede della Banca d’Italia. Sono 9mila quadrati. Andiamo avanti da 13 mesi e ancora non c’è un atto per la compravendita. Tutta colpa di questi vincoli». Proprio in quel momento passava davanti alla sala del dibattito il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, e il direttore Laurenzi ha colto al volo l’occasione per approfondire il caso. «In realtà - ha risposto il primo cittadino, assicurando il proprio impegno per risolvere la situazione - noi puntiamo molto su Macerata come centro culturale. Con lo Sferisterio e le altre iniziative possiamo contare su un giro turistico di 120mila presenze all’anno mentre sono all’opera oltre 150 cantieri. Ma poi ci sono i problemi legati alla burocrazia, al personale che non basta mai vista la mole di lavoro degli uffici».

La fase

Un impegno che i rettori chiedono a gran voce. Se di benessere si parla, allora occorre davvero dare uno slancio alla crescita di questi Atenei, capaci sfruttare la loro lunga storia e la forza di città come Ancona, Macerata e Camerino, lontanissime dai grandi numeri delle metropoli e per questo ancora più attrattive: prof e studenti sono più vicini, maggiori le possibilità di fruire dei servizi. «Nelle Università statali - ha ricordato Leoni - il rapporto è di un professore ogni 28 studenti contro i 280 di quelle telematiche.

Un numero che la dice lunga sulle nostre offerte».

«Almeno per il triennio - ha ribadito McCourt - sarebbe sconsigliato andare a Milano o Roma: qui la vicinanza con i docenti è vincente. Ma, purtroppo, in Italia siamo penultimi nell’Ue, davanti solo alla Romania, per numero di laureati. Bisogna avere la capacità di attrarre gli studenti e formarli ai lavori del futuro». Lo si può fare tenendo conto di tante variabili, a partire dai fondi a disposizione. Leoni ha ricordato gli stanziamenti per lo studentato, mentre McCourt i timori in vista del futuro, «visto che oggi possiamo contare sui fondi del Pnrr: ma domani?». Anche perché, e qui tutti i rappresentanti degli Atenei sono concordi, c’è ancora tanto da fare, a partire dai trasporti e i parcheggi. Che spesso non bastano, Senza parlare degli alloggi, che andrebbero adeguati alle esigenze di un mondo in rapida trasformazione con offerte al passo con i tempi. Leoni ha ricordato la didattica con il metaverso, Isidoro gli ultimi investimenti su digitalizzazione e sostenibilità. La sfida è lanciata, gli spazi di crescita ci sono: ora serve un sostegno ancora più concreto al mondo delle Università.

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