Le Marche alla sfida delle Europee, l’aut aut di Ciccioli a FdI. Morani e Ricci, i dem eterni rivali

Le Marche alla sfida delle Europee, l’aut aut di Ciccioli a FdI. Morani e Ricci, i dem eterni rivali
Le Marche alla sfida delle Europee, l’aut aut di Ciccioli a FdI. Morani e Ricci, i dem eterni rivali
di Martina Marinangeli
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 11:48

ANCONA - Le grandi manovre con affaccio sulle urne sono partite. La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 9 giugno: il carnet elettorale di quest’anno, oltre alle Amministrative in 148 Comuni marchigiani, offre anche le Europee per il rinnovo del Parlamento a Bruxelles. Una consultazione che sembra lontana nel tempo e nello spazio rispetto a quella per scegliere il sindaco della propria città, ma per i partiti è fondamentale. La tornata europea permette infatti di dimostrare il peso specifico di ciascuno di essi: qui non ci sono alleanze, ognuno corre per sé e schiera i suoi pedoni.

La strada in salita

Le Marche rientrano all’interno della circoscrizione elettorale Centrale, di cui fanno parte anche Lazio, Toscana e Umbria.

Non una posizione di partenza semplice, per usare un eufemismo: spuntarla sulle due regioni tirreniche è un’impresa titanica. E infatti non pare essere un caso il fatto che non eleggiamo un parlamentare europeo da decenni. L’ultima fu Luciana Sbarbati nel lontano 2004 con la lista Uniti nell’Ulivo. Venti anni esatti dopo, chissà: magari sarà la volta buona. I partiti hanno iniziato i serrati confronti per definire le candidature, ma tra gli aspiranti parlamentari europei made in Marche, finora in campo c’è un solo nome: quello del deputato della Lega e presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni. A lanciargli la volata era stato il leader nazionale del Carroccio Matteo Salvini, venuto appositamente a Macerata lo scorso 29 settembre per benedire la sua candidatura. Sempre nella metà campo del centrodestra, in rampa di lancio c’è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. Il partito gli ha chiesto la disponibilità a candidarsi e lui sarebbe anche disposto a darla. Ma non alla cieca: avere una chance di essere eletti a Bruxelles partendo dalle Marche, si diceva, è una sorta di mission impossible, a meno che non si stringa un accordo all’interno della circoscrizione Centrale per essere piazzati in posizione utile e, almeno, potersela giocare. E sarebbe proprio ciò che Ciccioli intende chiedere al suo partito. La riserva sulla sua candidatura dovrebbe essere sciolta sabato, in un confronto interno ad FdI. Passando alla metà campo avversaria, in casa centrosinistra non sono ancora state prese decisioni definitive. Il sindaco uscente di Pesaro in quota Pd Matteo Ricci ha già dato la sua disponibilità al Nazareno: dopo 10 anni alla guida della città si sta guardando intorno e a Roma ci pensano. Ma nell’orizzonte dem sta spuntando anche il nome dell’ex sottosegretaria al Mise Alessia Morani. Una disputa sotto i cieli del Pesarese tra i due eterni rivali.

L’altra metà del cielo

Anche per il centrosinistra, però, vale il discorso dei diversi pesi specifici: la Toscana rischia di schiacciare ogni speranza coltivata dalle Marche, a meno che non passi l’ipotesi di un accordo. Ma va tenuto conto che all’intera circoscrizione Centrale spettano appena 15 seggi dei 76 su cui può contare l’Italia. Tradotto: i posti sono pochi e se li prende chi conta di più. E c’è infatti chi vede in quasi tutte le candidature marchigiane a Bruxelles che si stanno profilando, solo un modo per contarsi e dimostrare al partito di riferimento il proprio peso elettorale, con l’occhio puntato su tornate ben più abbordabili. Ai buoni osservatori non è sfuggito che le elezioni Regionali sono dietro l’angolo. E la poltrona di governatore fa gola a tanti.

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