Concessioni in scadenza nelle Marche, erosione e rebus bagnini: «In spiaggia i soliti guai»

Concessioni in scadenza nelle Marche, erosione e rebus bagnini: «In spiaggia i soliti guai»
Concessioni in scadenza nelle Marche, erosione e rebus bagnini: «In spiaggia i soliti guai»
di Maria Cristina Benedetti
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Lunedì 8 Aprile 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:18

ANCONA Ironizza, Massimiliano Tomassini. «Sono il titolare dello chalet da Massi, sperando che quei massi vengano messi», sorride a denti stretti nel pensare alle scogliere mai nate. Da operatore balneare di Porto Recanati, questo preludio d’estate, con le spiagge prese d’assalto, non gli allarga il cuore. Tutt’altro: il suo stabilimento ricade nell’epicentro delle mareggiate pasquali. Ammette: «Così è difficile stabilire quando iniziare i lavori di riapertura, decidere quanti clienti prendere». La prepotenza del mare non è stata per tutti uguale. «In alcuni tratti - ricorda - sono stati mangiati 10-15 metri di battigia, in altri meno. Persino la litoranea è stata a rischio». Narra d’un tempo privo di spessore: «Senza interventi strutturali saremo sempre in balia degli eventi. Sono 50 anni che ci assicurano la scogliera». Torna al gioco di parole: «Chalet da Massi, sperando che quei massi vengano messi». Davvero. 

La spiaggia di Pesaro ieri, c'è chi ha battezzato aprile con un tuffo Foto Bargnesi


La trincea 

Puntando su San Benedetto, Peppe Ricci resetta l’elenco delle doglianze. «Il salvataggio? Per noi non è un problema.

Tutto il resto è un disastro». Il titolare dello Stella Marina arriva dritto alla Bolkestein, in questa stagione che potrebbe essere l’ultima prima delle gare di assegnazione delle concessioni demaniali. «Siamo nell'incertezza dal 2009, sono passati 15 anni e otto governi. A fine anno scadrà la proroga, le multinazionali incalzano e noi saremo nel pieno delle aste». La sua amarezza: «Avevamo creduto nella Meloni, aveva promesso la convocazione d’un tavolo tecnico. Niente». Dalla trincea della sua Itb Italia prospetta la soluzione: «Concedere il diritto di superficie, con possibilità di riscatto, delle aree sulle quali insistono le nostre strutture. Sono ormai urbanizzate, dovranno essere vincolate, non si dovrà costruire dell’altro». Sul mare di Porto San Giorgio, Romano Montagnoli accende gli special sulle risorse umane. Da rappresentante del Sib e da titolare del Windsurf rimarca: «La mancanza di personale è una tendenza da una decina di anni. Non si incontrano più domanda e offerta». Guai ad arrendersi: «La stagione la salviamo, ma facciamo il doppio della fatica». Una difficoltà che, se vale per baristi, camerieri e aiuto cuochi, raddoppia sul salvataggio. Corre ai ripari: «Siamo organizzati con le cooperative, che ci garantiscono i lavoratori». Invita a guardare una cartolina da “prove tecniche”. «Sono i test a mare dei futuri bagnini. Li andiamo a cercare nelle scuole». A seguire, mostra una locandina: «L’11 aprile a Roma per sollecitare una legge che ci tiri fuori dallo stallo della Bolkestein». Si fa voce di popolo. Lo stesso coro-contro al quale si unisce Andrea Giuliani da Pesaro, rappresentante per Oasi Confartigianato. «Il nostro obiettivo è far uscire i balneari italiani dalla direttiva europea». In subordine: «Il governo dovrebbe trattare con la Ue per definire i criteri che consentano ai concessionari pre-esistenti di arrivare alla gara di evidenza pubblica con un periodo di transizione. Equivarrebbe all’estensione della proroga al 2033, del governo Conte». Indica il secondo elemento ad alta criticità: «L’erosione marina è un'emergenza da anni». Il suo monito: «Mentre si attendono soluzioni alternative, manteniamo le scogliere esistenti». La sua speranza: «Allungare la stagione dal 15 marzo al 31 ottobre». In post per Palazzo Raffaello . 

Facebook

Sterza sull’ottimismo, Paolo Bonetti, dal suo chalet di Portonovo. È di pochi giorni fa la sua uscita, burlesca, su Facebook: «Stiamo cercando un bagnino di terra (“sdraiaro”), più che un lavoro un hobby! Contratto da maggio a settembre. Se interessati inviare curriculum». Il messaggio scatena le critiche, ma produce il risultato sperato: «Me ne sono arrivati molti». Passa al nodo, ancora stretto, della direttiva europea: «Non è stato ancora deciso nulla, vedremo». Sulla prepotenza delle onde ringrazia la buona sorte: «Le ultime mareggiate ci hanno risparmiato». Va oltre il fatalismo: «Certo. servirebbero interventi strutturali». Non cede: «Voglio essere positivo». Col sole in fronte, come non esserlo? 

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