ANCONA - Giù il sipario per Kairos Air, in origine un concentrato di voglia di volare alto sull’isolamento delle Marche e di spirito imprenditoriale. Per quella missione, rimasta allo stato embrionale dal 2021, ora scatta il “rompete le righe”. La decisione diventerà operativa oggi, alle 12. Nello studio di un notaio, ad Ancona, è fissato l’appuntamento per mettere il punto, incidere la parola fine su un’ambizione mai decollata.
Lo spirito
Nulla a che fare con un ipotizzato recupero di spirito, d’iniziativa.
La cordata
È in questo nuovo vuoto a perdere che pareva inserirsi l’organizzazione, che era stata messa in piedi da una cordata-local di capitani d’industria con i grandi a fare da traino: l’ex ministro fabrianese Francesco Merloni con il figlio Paolo, presidente dell’Ariston Thermo, l’imprenditore recanatese Adolfo Guzzini. Del gruppo fa parte pure l’anconetana Luisa Davanzali, figlia di Aldo, l’ex patron di Itavia, compagnia aerea fondata nel 1958 e operativa fino al 1981. Al loro fianco s’erano schierati artigiani, commercianti e professionisti. Una rete, fitta, che includeva anche Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo. Il tesoretto messo insieme era arrivato quasi a 2 milioni di euro. L’avvocato recanatese Paolo Tanoni, che raccordava idee e azioni, indicava la rotta della Kairos Air: la partecipazione socialmente diffusa.
La mission
Gli aerei che, su impulso del gruppo made in Marche, avrebbero dovuto decollare per garantire soprattutto i voli di continuità sarebbero stati quelli danesi della Dat. Ma niente. «Nel bando dell’Enac - fa notare Merloni - le tariffe erano troppo basse. Insostenibili, non remunerative. Rinunciammo a partecipare». Restarono fuori dai radar, allora, e oggi verrà cancellata definitivamente ogni traccia di quell’impresa che avrebbe voluto conquistare i cieli e aprire al mondo questa regione orlata di Adriatico.
«Restituiremo le quote ai soci. Della somma raccolta non è stato speso neppure un euro». Merloni avverte: «Non parteciperò in prima persona alla riunione. Affiderò la mia delega». Sfuma il sogno di Luisa Davanzali: «Spero tanto - era il suo desiderio - che si torni a volare, ma la storia di papà non si può imitare».