Sbagliava Oriana Fallaci nell’affermare che «Una ciliegia tira l’altra. E quando ce l’hai nel cesto, non le conti mica». Il succoso frutto va contato eccome. L’Ismea ha calcolato che nel 2020, benché le ciliegie rappresentino solo l’1,4% degli acquisti domestici di frutta fresca, nella spesa valgono il 3,7%. Per l’Osservatorio di Cso a Ferrara, l’anno scorso una famiglia su due (48%) ha comprato ciliegie nei supermercati (56%), dai fruttivendoli (10%) e nei mercati rionali (21%), preferendo l’offerta già pesata più che lo sfuso. Delle quasi 11mila tonnellate di ciliegie consumate in più nel 2021, rispetto al 2020, 7.400 erano confezionate seppur costavano 1,51 euro in più al kg ed il consumo si è concentrato al 96% tra maggio e luglio, addirittura al 63% a giugno.
Frutto delicato
Fino alla scorsa settimana, la campagna 2022 nelle Marche è stata abbondante con una qualità ottimale per la dolce ciliegia prodotta nella Val d’Aso. Spiega Lucrezia Geminiani dell’azienda agricola omonima a Montalto delle Marche che «con la siccità, le ciliegie, prive d’acque, sono più piccole ma molto più saporite». Ricorda che si tratta di un frutto sensibile a parassiti e funghi che protegge con misure sostenibili «perché più a lungo gli alberi producono, più sarà buona l’annata». Ragione per cui ha attrezzato i vari frutteti, in tutto 20 ettari tra cui 6 dedicati alla mela rosa, di rete antigrandine e anti-insetti. Multifunzionale, l’azienda fa anche conserve e marmellate e vende nei mercati di Campagna Amica della Coldiretti. I fratelli Paolo e Marco Acciarri, per coprire le richieste, da fine primavera a estate inoltrata, si districano tra tante varietà di Prunus avium anche se la ciliegia tardiva rimane il loro focus produttivo.
La valle dell’eden
Una vallata lunga una sessantina di chilometri, divisa tra il Fermano e l’Ascolano, che nasce a Montemonaco e sfocia nell’Adriatico a Pedaso e rappresenta un’importante quota parte delle 43 tonnellate di ciliegie prodotte nell’Ascolano e delle 31 tonnellate nel Fermano. Anche se, al top rimane il Maceratese con 38 ettari di ceraseti e 149 tonnellate. Le Marche con 79 ettari e una produzione di 352 tonnellate di ciliegie dolci valgono il 0,2% della superficie agricola dedicata in Italia e il 0,37% della produzione nazionale che con 93mila tonnellate (prodotte al 62% in Puglia) fa del Paese, il sesto produttore mondiale. I primi due sono la Turchia (26%) e gli Usa (12,4%).
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