Maxi frode fiscale in due mobilifici del Maceratase, Iva e Irap non pagate per otto anni: maxi sequestro da 60 milioni di euro

Maxi frode fiscale in due mobilifici, Iva e Irap non pagate per otto anni
Maxi frode fiscale in due mobilifici, Iva e Irap non pagate per otto anni
di Chiara Marinelli
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Martedì 14 Novembre 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:04

MACERATA Per otto anni avevano omesso di presentare le dichiarazioni dell’Iva e dell’Irap, non dichiarando al fisco ricavi per circa 175 milioni di euro. Nel mirino delle Fiamme gialle due mobilifici, uno di Corridonia e l’altro di Matelica: sei le persone finite nei guai per una serie di illeciti penali tributari. Sequestrati beni, liquidità e quote societarie per circa 60 milioni. Conclusa dai finanzieri del Gruppo di Macerata - guidati dal tenente colonnello Giuseppe Perrone - una complessa indagine, coordinata dalla Procura, nei confronti di due imprese che operano nel settore industriale del legno e del mobile. 

 

L’articolata indagine ha preso il via nel 2018, in seguito ad una serie di verifiche in materia di antiriciclaggio, anche grazie ai precisi accertamenti emersi dal controllo attraverso le banche dati in uso alle Fiamme gialle, e si è sviluppata confrontando quelle che erano le contabilità aziendali con i conti bancari dei titolari delle due aziende.

L’incrocio trasversale dei dati acquisiti ha permesso di accertare che le società poste sotto controllo dai finanzieri avevano omesso di presentare, per gli anni d’imposta dal 2012 al 2020, le dichiarazioni fiscali previste ai fini delle imposte dirette, dell’Iva e dell’Irap, pur avendo provveduto al parziale deposito presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio dei bilanci di esercizio relativi a quei otto anni.

L'indagine su Macerata e Fermo

L’attività di indagine svolta dai finanzieri ha permesso di accertare ricavi non dichiarati pari a, come si diceva, circa 175 milioni di euro e, al termine degli accertamenti, sono stati segnalati all’autorità giudiziaria sei persone, due del Maceratese e quattro del Fermano, per diversi illeciti penali tributari. Il sistema di frode smascherato, secondo quanto è emerso dalle indagini condotte dalle Fiamme gialle, consisteva nella commercializzazione, anche con l’estero, di mobili e, all’occorrenza, di materie plastiche e di materiale informatico senza che poi le società adempissero ai successivi obblighi di natura fiscale. A capo della frode sono stati individuati in tre soggetti, succedutisi nel tempo, uno del Maceratese e due del Fermano, pluripregiudicati anche per reati tributari e uno dei quali inabilitato all’esercizio di impresa commerciale. Questi ultimi gestivano le attività avvalendosi di persone, cosiddette “teste di legno”, prive di qualsiasi capacità imprenditoriale, che ricoprivano soltanto formalmente la carica di amministratori delle società di capitali finite nella rete dei controlli della finanza.

La totale evasione d'imposta

Allo scopo di scongiurare che potessero verificarsi ulteriori operazioni di export di beni negli Stati membri dell’Unione Europea, in totale evasione d’imposta, è stata richiesto all’Agenzia delle Entrate di emettere il provvedimento di esclusione dalla banca dati Vies (acronimo di “Vat Information Exchange System”) nei confronti di una delle società finite nel mirino dei finanzieri. Obiettivo del sistema Vies è il controllo delle transazioni commerciali in ambito comunitario e dei soggetti che le pongono in essere. 

Nell’ambito dell’intera operazione, i giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata hanno emesso, su richiesta della Procura della Repubblica, diversi provvedimenti di sequestro per equivalente di beni, tra i quali, come si diceva, immobili, liquidità e quote sociali, fino a concorrenza delle imposte evase per circa 60 milioni di euro complessivi. Ancora una importate operazione da parte delle Fiamme fialle per contrastare l’evasione fiscale: una pratica che costituisce un ostacolo alla crescita ed alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale.

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