Serata all'insegna dei vini dell'azienda Umani Ronchi

Serata all'insegna dei vini dell'azienda Umani Ronchi
Serata all'insegna dei vini dell'azienda Umani Ronchi
di Raffaello De Crescenzo
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Sabato 2 Marzo 2024, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 12:04

È stato un grande successo l’evento di al “Wine Not?” di Ancona, con il barman, formatore e presentatore televisivo Julian Biondi. Tutto esaurito per la prima serata della nuova stagione degli appuntamenti tra gusto e cultura dell’elegante bistrot del Grand Hotel Palace. Una ghiotta occasione per viaggiare tra storia, aneddoti, ricette e rivisitazioni di drink che hanno fatto la storia della mixology italiana. Una serata, ovviamente, all’insegna dei vini dell’azienda Umani Ronchi, di proprietà della stessa famiglia che possiede anche il prestigioso albergo sito a due passi dal porto della città dorica.

Il viaggio

Un viaggio nella mixology che ha permesso di scoprire e riscoprire sapori, tradizioni, storia e aneddoti di alcuni drink, apprezzando l’uso elegante del vino. «L’Italia è oggi il Paese con il più basso consumo di alcol pro capite, ma la storia del cocktail italiano ha radici profonde e inizia con l’Unità d'Italia, grazie allo Spritz - ha spiegato il barman -. Spesso i drink nascevano con scopo curativo, grazie alla capacità dell’alcol di estrarre le essenze di erbe e spezie». Interessante anche la spiegazione del termine “aperitivo”, che deriva dal verbo “aperire” e significa proprio aprire, riferito alla tendenza al consumo prima di un pasto, per aprire lo stomaco e prepararlo all’arrivo del cibo. Un drink, derivato dal negroni, ma rivisitato negli anni '50 dello scorso secolo, in onore di un porporato tedesco, è proprio il Cardinale, che vede l’uso del vino Riesling al posto del vermouth. In onore a questa bevanda, Julian Biondi ha voluto esaltare il Maximo, il Sauvignon blanc ottenuto da uve botritizzate dell'azienda Umani Ronchi: 1 cl e mezzo di gin, 1 cl e mezzo di bitter e 4 cl e mezzo di questo prezioso nettare, per creare una bevanda estremamente piacevole con cui fare... “un tuffo nel pass...

ssito” (nome che Julian ha voluto dare allo stesso drink).

Gli altri drink

Dal Sauvignon al Verdicchio per il secondo drink della serata, che strizza l'occhio al Messico, grazie all'impiego di Mezcal, aromatizzato con ananas, mela verde, basilico e cetriolo. “Baja California” è una bevanda fresca e intrigante, perfettamente abbinata con il taco al pomodoro verde, melograno e tonno marinato alla soia, gustosissima creazione dello chef Leonardo Castaldi, che ha curato tutti gli abbinamenti ai drink della serata. Per chiudere l'aperitivo-evento, una simpatica rivisitazione del French75, cocktail che unisce il gin a zucchero, succo di limone e top di champagne. Qui la base è una vodka (prodotta dallo stesso Julian, nella sua distilleria toscana “Fermenthinks”) al posto del gin e, in luogo dello zucchero, sciroppo di biancospino delle Marche. Per finire, top di LH2, il Metodo classico di Umani Ronchi, costituito da Verdicchio e Chardonnay, a sostituire egregiamente lo Champagne.

Il ruolo del vino

Un viaggio nel mondo della mixology dai gusti raffinati e semplici al tempo stesso, in cui il vino recita un ruolo importante «avendo l'accortezza di sbilanciare le proporzioni dei liquidi a favore del vino, in quanto, avendo un minor contenuto alcolico, tende a soffrire un po' nel confronto con gli altri prodotti del drink».

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