Una folla di ragazzi per l’addio a Franco. «Lui era come un fratello per tutti noi»

Una folla di ragazzi per l’addio a Franco. «Lui era come un fratello per tutti noi»
Una folla di ragazzi per l’addio a Franco. «Lui era come un fratello per tutti noi»
di Sonia Amaolo
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Domenica 16 Luglio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 07:48

PORTO SANT'ELPIDIO -  Un mare di persone ieri in chiesa per dare l’ultimo saluto a Franco Mazelli, il diciottenne morto giovedì mattina a Porto Sant’Elpidio. Non c’è una risposta a placare il dolore per una vita stroncata nel fiore degli anni. Lo strazio, la disperazione ha coinvolto una comunità intera che ieri ha pianto questo figlio di Porto Sant’Elpidio in una chiesa mai vista così piena. Piena di giovani, ragazzi e ragazze, diciottenni in t-shirt a maniche rosse, nere e con la foto di Franco sul petto. Una foto del giovane di profilo, che guarda verso l’infinito. In molti lo ricordano così, col sole in fronte. 

 
Il dolore


Quel sole che ieri illuminava la parrocchia di San Pio X a Marina Picena, con dentro tutta quella gente, gli studenti del Polo Urbani arrivati da Sant’Elpidio a Mare e Montegiorgio con la preside Laura D’Ignazi, il vice Mario Andrenacci, tutto il quartiere, gli amici, i vicini di casa di via Abruzzi, inconsolabili quelli che giocavano a mosca cieca con Franco da bambini.

Gli amici albanesi residenti in città, il sindaco Massimiliano Ciarpella, gli assessori Enzo Farina e Marco Traini, il presidente del Consiglio Diego Tofoni.

L’associazione di quartiere con il direttivo al completo, i giovani parrocchiani, le associazioni di volontariato, tutti presenti. Sulla bara ammantata di un colore giallo potente, per quello strano gioco di luci prodotto dai raggi del sole che filtravano dai vetri, c’era quel sorriso irripetibile, un misto di gioia e spensieratezza che si è spento tragicamente giovedì mattina, nella caduta dal tetto di un fabbricato della zona industriale. «Non c’è una ricetta per superare il dolore – ha detto don Lorenzo Torresi – non può lasciarci indifferenti una cosa del genere».

E don Tony Venturiello ha aggiunto: «Lo conoscevo da poco, aveva un cuore grande e, a giudicare da quanti ragazzi sono oggi qui, mi rendo conto che Franco è molto amato». Su tutto si è imposta la compostezza della famiglia, in prima fila papà, mamma e sorella non si sono risparmiati con gli abbracci, hanno tenuto duro fino alla fine. Non era il tempo di crollare. Dal pulpito hanno parlato gli amici: «Dobbiamo farci forza», «voglio dire alla famiglia che avete perso un figlio ma ne avete guadagnati tanti, siamo tutti fratelli di Franco. Lui era un fratello per noi».

E’ intervenuta la dirigente scolastica: «Franco sarà sempre l’alunno della 4^ sala. La scuola ha il compito di dare un senso alle cose ma a volte è difficile trovare un senso». Applausi fuori dalla chiesa, servizio di sicurezza e ambulanze al completo ma è filato tutto liscio, nessun malore. Qualcuno guardava da lassù. In quanto all’incidente in via del Lavoro l’altra mattina, c’è un’inchiesta della procura in corso e ci sono tre indagati al momento. Franco Mazelli, caduto da 10 metri d’altezza, è morto sul colpo mentre erano in corso lavori di saldatura nel fabbricato, la famiglia dice che era andato a salutare lo zio, titolare dell’impresa che eseguiva i lavori.

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