Dal seminario alla diocesi fanese, chi è monsignor Andreozzi (tifoso del Milan): «La vita è bella perché ti sorprende»

Dal seminario alla diocesi fanese, chi è monsignor Andreozzi (tifoso del Milan): «La vita è bella perché ti sorprende»
Dal seminario alla diocesi fanese, chi è monsignor Andreozzi (tifoso del Milan): «La vita è bella perché ti sorprende»
di Chiara Morini
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Giovedì 4 Maggio 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:14

FERMO - «Ubi Trasarti, Ibi Andreozzi». Così don Andrea Andreozzi vescovo nominato della diocesi di Fano ha scritto in una lettera a tutta la chiesa fanese. «La vita è bella – dice don Andrea – perché è capace di sorprendere. Nel mio caso si diverte a mettermi lì dove ha già prestato servizio il Vescovo Armando, a San Pio X a Porto Sant’Elpidio prima, poi a Fano Fossombrone Cagli Pergola. A lui va il mio grazie». Si è presentato con una lettera, per farsi conoscere, perché «pur essendo della stessa regione non conosco granché i territori e le comunità, se non dai tabellini e dalle classifiche che la domenica sera annotavo dalla trasmissione “Le Marche nel pallone”, negli anni d’oro delle principali squadre impegnate nei campionati regionali e interregionali». Don Andrea, tra l’altro, è pure tifoso del Milan. 

La nomina


Il neo eletto vescovo ha accolto con emozione la nomina, e commenta che «la vita ci coglie impreparati».

Un po’ di timore, ma pronto, magari con l’aiuto della sua nuova comunità, al nuovo incarico. «Appena venuto a sapere della nomina – racconta don Andrea – ho ripensato subito a uno dei rimproveri che mia madre mi faceva spesso da ragazzo, prima che entrassi in seminario. Al termine di qualche litigio, avendo a che trattare con la mia scontrosità adolescenziale e col mio carattere allora piuttosto chiuso, esclamava: “poveretta quella che ti si piglia!”, riferendosi naturalmente a una ipotetica futura moglie. Non vorrei che da lassù, per analogia, abbia a pensare ancora la stessa cosa vedendomi chiamato a quella sposa che adesso è per me la diocesi. Mi auguro che io possa spendermi per il bene della chiesa a cui sono stato inviato e manifestarle tutto il mio amore. Intanto vi chiedo di invocare a mio favore la Santa Pazienza per voi fondamentale e necessaria nei primi passi del mio episcopato».

Promette che presto visiterà la sua nuova comunità, «e come mi ha scritto don Armando, suonerò pian pianino il campanello. E sono contento che ritroverò “vicino di casa” anche don Sandro». Quindi il ricordo del percorso pastorale compiuto a Fermo, per il quale ci tiene a ringraziare «gli amici preti, a cominciare da don Enrico (Brancozzi, vicario episcopale a Fermo per la pastorale), don Giordano (vicario fermano generale e per il Clero) e tutti i preti che ho incontrato fin dal seminario che hanno aiutato a far crescere la mia vocazione».

Da un seminario all’altro, quello dove ha svolto il ministero di rettore negli ultimi tre anni. «Li ringrazio – dice – per la loro presenza all’annuncio del mio episcopato. Al seminario umbro sono rimasto a metà del mandato, per tre anni, avrei voluto rimanere di più ad Assisi per essere più pronto alla nuova missione. Ma come ha detto l’altro giorno il padre spirituale, don Roberto, in un’omelia, nella vocazione alcune cose non funzionano né per logica né per merito. Ci tengo a ringraziare i vescovi dell’Umbria che mi hanno aiutato a crescere e dato un’enorme fiducia. Nella mia vita ho ricevuto molto di più di quello che ho saputo dare io stesso». 
 

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