Sanzio, da soli i voli non bastano. Migliorare collegamenti e servizi

Sanzio, da soli i voli non bastano. Migliorare collegamenti e servizi

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 03:15

Nelle ultime settimane si sono moltiplicati su questo giornale gli articoli sull’aeroporto delle Marche e sulle prospettive dei voli di continuità verso Roma, Milano e Napoli. La situazione di questi voli si caratterizza per la frequenza dei disservizi e per il basso tasso di occupazione degli aeromobili. Quest’ultimo dato è collegato al primo poiché la frequenza dei disservizi scoraggia l’utenza. Tuttavia, il basso tasso di occupazione dei nuovi voli è sorprendente se si considera il gap infrastrutturale che caratterizza la regione nei collegamenti con le principali città italiane. Come ha correttamente notato Martina Marinangeli nell’articolo di domenica scorsa, il problema è anche di tipo strutturale ed è dovuto al limitato bacino di utenza del Sanzio in relazione agli aeroporti limitrofi: Pescara a Sud, Perugia a Ovest, Rimini, Forlì e Bologna a Nord. Da Ascoli Piceno, l’aeroporto d’Abruzzo dista 97km, quello delle Marche 130km; da San Benedetto del Tronto l’aeroporto d’Abruzzo dista 80km, quello delle Marche 94km.

Da Macerata l’Aeroporto delle Marche è più vicino di quello di Perugia ma da Camerino l’ordine si inverte. E da Fabriano si arriva prima a Perugia che a Falconara. A nord, Fano è equidistante fra l’aeroporto di Rimini e quello di Ancona ma da Pesaro la distanza dall’aeroporto di Rimini è la metà rispetto all’aeroporto delle Marche. Di fatto, il bacino per il quale l’aeroporto delle Marche ha un vantaggio in termini di tempi di accesso si riduce all’area compresa nel semicerchio che va da Senigallia a Civitanova Marche con centro Ancona. Ho fatto questi calcoli considerando l’utilizzo dell’auto privata. Con i mezzi pubblici la situazione dell’Aeroporto delle Marche non migliora. Sulla carta si tratta di uno dei pochi aeroporti italiani con una stazione ferroviaria a ridosso dello scalo. Nella pratica la scarsa frequenza dei treni che vi fermano (circa uno ogni ora da Ancona) rende il servizio poco appetibile. Un passeggero che partisse da una località della costa dovrebbe verificare attentamente le coincidenze da Ancona o da Falconara Marittima per non rischiare di perdere gran parte del tempo fermo in stazione. In alternativa dovrà cambiare modalità utilizzando il bus o il taxi.

Altri aeroporti hanno collegamenti molto più veloci ed efficienti dalle vicine stazioni ferroviarie.

L’Aeroporto d’Abruzzo si raggiunge in meno di 15 minuti dalla stazione di Pescara Centrale. L’Aeroporto di Bologna è collegato alla stazione centrale da un servizio in monorotaia che impiega meno di 10 minuti e parte ogni 7 minuti. Una frequenza simile non sarebbe giustificata per l’Aeroporto delle Marche data l’esiguità dell’utenza. Ci sono anche altre considerazioni. I voli per Roma e Milano interessano non solo chi è diretto a quelle città ma anche chi vuole proseguire verso altre destinazioni. Anche da questo punto di vista vi sono problemi. Il volo per Milano è su Linate piuttosto che sull’hub di Malpensa. Questo avvantaggia chi è diretto a Milano ma svantaggia chi vorrebbe proseguire. Nel caso di Roma il collegamento raggiunge l’hub (Fiumicino) ma la compagnia che opera i voli non consente il transito diretto sulle principali compagnie che operano nell’hub. In sostanza, non è sufficiente avere i voli: sono fondamentali i servizi, pre e post, che a quei voli sono associati. La somma di questi problemi spiega l’apparente paradosso fra le esigenze di mobilità dei marchigiani e lo scarso utilizzo dei voli di continuità.

Questo ci porta ad un ulteriore problema che riguarda l’utenza delle infrastrutture di trasporto: quello di un possibile circolo vizioso fra frequenza del servizio volumi di utenza. La bassa frequenza disincentiva la domanda e la rarefazione della domanda determina un ulteriore abbassamento della frequenza e della qualità del servizio. L’assenza per lungo tempo dei collegamenti aerei per Roma e Milano ha indotto gli utenti ad organizzarsi in modo diverso. Riconsiderare le proprie scelte non è immediato; tanto più in presenza di un servizio che non brilla per affidabilità. Per questo, come ha ricordato il collega Valerio Temperini nell’intervista di domenica scorsa, è fondamentale invertire al più presto la tendenza.

*Docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche 
e coordinatore 
della Fondazione Merloni

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