Decreto sanità, è già rivolta: "Tagli su esami
e multe ai medici. Atenei, nessun ripescaggio"

ROMA - Una scure che si abbatte sulle prestazioni sanitarie (contenuta nel decreto di prossima pubblicazione del ministero della salute) e un taglio netto agli aspiranti medici (insufficienti al test di ammissione a Medicina).



Sono 208 le prestazioni sanitarie inappropriate: dalla risonanza magnetica all'estrazione dei denti, fino agli esami per il colesterolo. Una spesa di 13 miliardi di euro l'anno che andrebbe così abolita. Il testo prevede che l'erogabilità venga giustificata dal medico, pena una sanzione pecuniaria, in condizioni ben precise: ad esempio per vulnerabilità sociale, per cui il paziente non può pagare una prestazione, o per la presenza di malattie oncologiche. «Si tratta – tuona Massimo Cozza, Fp Cgil medici - di un meccanismo che rischia di rompere il rapporto tra medici e cittadini».



Ma si taglia anche sui candidati al test di medicina: il 52% non ha raggiunto la sufficienza, pari a 20 punti su 90, e resta fuori a prescindere dai posti resi disponibili dalle università.



Si tratta, secondo Skuola.net, del risultato peggiore degli ultimi 3 anni: nel 2013 gli insufficienti erano il 38%. Secondo i dati forniti dal Miur, i candidati che hanno sostenuto la prova sono stati 53.268 su 60.639 domande inoltrate. Gli idonei sono 25.579: il 48%. Il punteggio medio nazionale fra gli idonei è di 30,86, quello medio più alto per ateneo è di 33,74, a Pavia. Il punteggio più alto in assoluto (80,90) è stato registrato sia all'Università degli Studi di Torino che alla Federico II di Napoli.



La percentuale più alta di idonei è del 66% a Padova. I primi 100 ‘classificati' provengono da 27 atenei: 18 da Padova e 14 dall'Università degli Studi di Milano. Le domande più difficili quelle di cultura generale, le più facili in chimica, fisica e biologia.