Yoga e acqua, un binomio da magia. E fu sup yoga. «Esistono stili differenti che si adattano ad ogni esigenza; si può praticare yoga ovunque, in studio, in un ashran, in un parco ma in acqua, su tavola da sup è un’esperienza unica». Parola di Camilla Cardellini, istruttrice di Ancona, tra le poche a praticare questa tecnica nelle Marche. Nel bel mezzo dell’estate, sotto il solleone, lo yoga sup è manna dal cielo. Il motivo? Più di uno. La sintesi è tutta qui. «È un gioco di equilibrio in cui corpo, mente e respiro si ritrovano.
Come acqua, la frenesia del quotidiano scorre via, la mente si placa ed è il trionfo del ‘qui e ora’». Messaggio arrivato.
La nuova tecnica
La nuova tecnica di meditazione porta grandi benefici. Ideata dall’insegnante californiana Sarah Tiefenthlaer, il sup yoga, che sta per stand up paddle yoga, si basa sull’imparare a stare in equilibrio per ritrovare la calma interiore. Un’arte, davvero. «In altre parole – spiega Cardellini – si fa meditazione su una tavola da surf in mezzo al mare. È un modo per ritrovare se stessi, senza dubbio, ma anche un allenamento a tutto tondo, in grado di tonificare ogni parte del corpo. Per stare in equilibrio sull’acqua è necessario usare tutta la muscolatura profonda».
Come funziona
Una sessione di sup yoga inizia sempre con esercizi di riscaldamento a terra. «Solo dopo questo primo passaggio si sale sulla tavola e si entra in acqua. Una volta arrivati a un punto abbastanza profondo e dopo aver trovato un ancoraggio, si comincia la sessione che, in genere, inizia e finisce sempre con la posizione del loto ma che comprende anche posizioni più complesse , mantenendo costante la respirazione profonda».
Tanti sono i benefici di questa disciplina. «La superficie su cui pratichiamo è instabile – chiarisce la coach – e quindi si richiedono concentrazione e sforzo fisico per l’equilibrio ma anche flessibilità e forza. Si lavora molto su glutei, addominali e muscoli della schiena». Ma non sono solo benefici fisici.
I benefici
«Si rilassano la mente, gli stati emotivi. C’è poi il diretto contatto con la natura che ci avvicina al centro e cioè a cioè che siamo davvero». La coach rilancia: «L’acqua e la tavola sono in costante movimento: il fisico, quindi, è messo a dura prova dalla costante ricerca dell’equilibrio corporeo. Inoltre, grazie al respiro connesso al movimento, si dona pace e rilassamento alla mente». Che sia chiaro: «Può capitare di perdere l’equilibrio e trovarsi a mollo ma anche questo fa parte del gioco. Ancora una volta, è la nostra mente che giudica come goffa una caduta quando invece può essere uno spunto per sorridere di noi stessi».