Figlio di Salvini rapinato a Milano, egiziani irregolari condannati: «Eravamo sotto effetto della cocaina»

Il giudice ha concesso le attenuanti: condannati a 4 anni e mezzo e 3 anni e 9 mesi

Figlio di Salvini rapinato a Milano, egiziani irregolari condannati: «Eravamo sotto effetto della cocaina»
Figlio di Salvini rapinato a Milano, egiziani irregolari condannati: «Eravamo sotto effetto della cocaina»
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Martedì 25 Luglio 2023, 15:38

Candanna a 4 anni e 6 mesi e a 3 anni e 9 mesi di reclusione per i due giovani, irregolari in Italia e di origine egiziana, di 21 e 26 anni, accusati di aver rapinato, poco prima dello scorso Natale, Federico Salvini, il figlio ventenne del leader della Lega e ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini. Lo ha deciso oggi con rito abbreviato il gup di Milano Guido Salvini, a seguito dell'inchiesta della Squadra mobile e del pm Barbara Benzi, che a inizio gennaio scorso aveva portato all'arresto dei due, anche imputati nel processo per un'altra rapina ad un passante del 25 dicembre.

La rapina al figlio di Salvini

Secondo la ricostruzione delle indagini, uno dei due rapinatori (entrambi poi hanno confessato), il più giovane, era stato riconosciuto dalla vittima come autore materiale della rapina, mentre il complice era stato individuato come colui che avrebbe fatto da «palo». Federico Salvini, lo scorso 23 dicembre, in via Jacopo Palma, a Milano, era stato minacciato con un coccio di bottiglia e aveva dovuto consegnare ai due il cellulare e i contanti che aveva nel portafogli. Il giudice ha riconosciuto per entrambi le attenuanti generiche, equivalenti alle aggravanti, anche perché, pare attraverso una colletta di amici, sono riusciti a versare un risarcimento per le due vittime, tra cui il figlio di Salvini, di qualche centinaio di euro. Federico Salvini non si è costituito parte civile nel procedimento e non era assistito da un legale in udienza. I due, a pena espiata, come ha stabilito il gup, dovranno essere espulsi.

LE INDAGINI

Uno dei due rapinatori aveva già confessato durante le indagini, dopo l'arresto del 5 gennaio scorso, mentre l'altro ha ammesso davanti al gup nell'abbreviato.

A Salvini junior i due avevano portato via il telefono e 200 euro, mentre due giorni dopo all'altro passante, spinto a terra e minacciato, il cellulare. Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile, in collaborazione con i poliziotti del Commissariato Bonola, subito dopo la rapina i due giovani, pregiudicati (il più giovane con più precedenti) e irregolari e tuttora in carcere, sono entrati nel negozio di un parrucchiere poco distante dal luogo dell'aggressione, nascondendo, all'insaputa del titolare, il telefono sottratto sotto un divano, per poi tornare, il giorno successivo, pretendendo di recuperarlo. Riconoscendoli per coloro che già la sera prima erano entrati nell'esercizio commerciale e intuendo che il telefono rinvenuto potesse essere quello rubato, il titolare del negozio li ha fotografati e ha poi allertato la Polizia, mente il cellulare è stato restituito al legittimo proprietario. Dalle indagini sulla prima rapina è emerso che i due avevano messo a segno anche il secondo colpo. Entrambi hanno confessato dicendo in pratica di aver «sbagliato» e che erano sotto effetto di cocaina. Le ammissioni e i risarcimenti hanno portato alla concessione delle attenuanti e sulle pene è stato calcolato anche lo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato.

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