Licenziarsi o non licenziarsi, questo è il problema. Negli ultimi anni si sta parlando sempre più di lavoro, ma in termini diversi rispetto al passato: non è solo il mondo a cambiare, ma anche le persone e le loro necessità che sempre più spesso hanno a che fare con il raggiungimento della felicità.
Per tanto tempo si è sentito il mantra di dover fare molti "sacrifici" e avere pazienza perché prima o poi la gavetta e la sofferenza pagheranno e ci si potrà permettere una vita migliore. Oggi, però, questo tipo di retorica non fa più presa e in tanti hanno deciso - e continuano a farlo - di licenziarsi in cerca di un ambiente di lavoro più accogliente.
Tuttavia, c'è chi si scaglia contro questo tipo di approccio e fa presente che non è proprio il momento di procedere con il licenziamento. A parlarne è Theresa, che si occupa di assunzioni. Vediamo cosa dice e il dibattito che ha scatenato sui social.
Se non ora, quando?
Il fenomeno delle Grandi Dimissioni proviene dagli Stati Uniti ma l'insoddisfazione derivata dal proprio lavoro è presente anche in Italia, che di conseguenza è stata investita dallo stesso fenomeno: il 2021 ha visto un incremento delle dimissioni volontarie dell'85% rispetto all'anno precedente. Un altro dato interessante è il fatto che si tratti, nel 79% dei casi, di giovani tra i 26 e i 35 anni.
Alcuni di coloro che hanno deciso di dimettersi avevano già altre possibilità all'orizzonte, mentre alcuni hanno deciso che anche un salto nel buio sarebbe stato preferibile al rimanere in un ambiente di lavoro in cui non si sentivano soddisfatti e apprezzati.
Theresa Sue a tal proposito ha pubblicato un video in cui ha dipinto un quadro diverso, scatenando diverse polemiche con il suo consiglio.
Tuttavia, molti utenti non sembrano apprezzare questo consiglio. In effetti, sebbene possa avere ragione sul fatto che le qualificazioni sono sempre più diffuse e di conseguenza hanno perso progressivamente valore, le priorità rimangono altrove: «La salute mentale prima di tutto. Non rimanete in un posto che vi fa stare male, siate furbi, parlate con le Risorse Umane, trovate un modo. Ma non rimanete lì», «Ho lasciato il lavoro venerdì scorso, metto la felicità al primo posto, ciao ciao!».