Intercettazioni, dal Senato sì alla fiducia
Il Pd lascia l'aula: massacro della libertà

I senatori Idv occupano i banchi del governo al Senato (foto Scrobogna - LaPresse)
I senatori Idv occupano i banchi del governo al Senato (foto Scrobogna - LaPresse)
4 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Giugno 2010, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:32
ROMA (10 giugno) - S del Senato alla fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al disegno di legge sulle intercettazioni: 164 s e 25 no. I senatori del Pd, per protesta, hanno lasciato l'aula di Palazzo Madama e non hanno partecipato al voto di fiducia, così come il gruppo Misto-Mpa. Pdl e Lega hanno votato a favore, mentre i no sono giunti dai senatori dell'Idv, Udc, Api e Radicali. Il provvedimento con le nuove norme che limitano l'utilizzo delle intercettazioni e i divieti sulla pubblicazione delle conversazioni telefoniche raccolte nel corso delle indagini, passa ora all'esame della Camera.



Napolitano: niente firma? Parlano a vanvera. «I professionisti della richiesta al presidente della Repubblica di non firmare sono numerosi, ma molto spesso parlano a vanvera. Comunque non ho nulla da dire su questi argomenti, su cui ho detto o ho fatto dire negli ultimi giorni, e non ho nulla da aggiungere». In serata il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, risponde così a chi gli ricorda la richiesta di non promulgare la legge sulle intercettazioni, avanzata oggi dall'Idv.



Il Pd: qui comincia il massacro della libertà. Annunciando che il Pd non avrebbe partecipato al voto, Anna Finocchiaro ha detto: «Con questa legge voi volete nascondere i vostri affari, l'uso privato delle risorse pubbliche e tutelare la vostra privacy perché volete il popolo cieco bue. Da qui comincia il massacro della libertà e noi vogliamo che risulti evidente». L'uscita della Finocchiaro dall'aula è stata salutata da una standing ovation deI deputati del Pd, che si sono alzati in piedi per applaudirla. La standing ovation è durata diversi minuti, tanto che il capo gruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, non riusciva a prendere la parola. Mentre continuava il battimani la Finocchiaro ha fatto cenno ai suoi di abbandonare l'aula. A quel punto gli esponenti della maggioranza sono rimasti da soli insieme ai senatori del gruppo misto. Gasparri, mentre i democratici lasciavano l'emiciclo, li ha criticati accusandoli di non avere «un comportamento democratico».



Udc: votiamo no e non ci rassegnamo. «La fiducia ha impedito di migliorare una legge che serve per evitare gli abusi - ha detto il presidente dei Senato Udc, Giampiero D'Alia - ed è stato un atto di forza che nasconde la debolezza della maggioranza. Al Senato votiamo no, ma non ci rassegnamo e alla Camera riproporremo le modifiche con lo stesso spirito costruttivo».



La protesta dell'Idv. Dopo aver passato la notte nell'aula del Senato, il gruppo Idv aveva occupato questa mattina i banchi riservati al governo per protestare contro il ddl intercettazioni e la decisione del governo di porre la fiducia. Il presidente del Senato Renato Schifani li ha richiamati per tre volte dicendo loro di uscire dall'Aula di Palazzo Madama, ma i senatori non si sono mossi. A quel punto Schifani ha sospeso la seduta per la seconda volta nella mattinata, poi i senatori sono stati portati via dai commessi per essere riammessi successivamente in aula da Schifani al momento del voto.



«A comportamento illecito permanente faremo resistenza permanente - ha detto il leader Idv, Antonio Di Pietro -. Faremo tutto il possibile per far riflettere sulle gravi conseguenze del ddl intercettazioni. L'occupazione al Senato continuerà alla Camera e poi faremo nel Paese una serie di proteste mirate per far sapere ai cittadini come stanno i fatti. L'Italia dei Valori ha già le carte in regola per promuovere un referendum, ma noi speriamo che non si arrivi alla promulgazione. La Costituzione prevede un passo importante, la verifica dei requisiti minimi di costituzionalità da parte del presidente della Repubblica. Il nostro non è un attacco preventivo al capo dello Stato, ma la legittima aspettativa di cittadini che si riconoscono in lui e si aspettano che difenda la Costituzione».



Alfano: consentiamo le intercettazioni impedendone l'abuso. «Oggi si realizza un punto del programma. Noi consentiamo l'uso delle intercettazioni impedendone l'abuso - ha commentato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano -. Il testo è un punto di equilibrio, e più volte abbiamo aperto al confronto nella maggioranza e nell'opposizione dimostrando grande ragionevolezza e disponibilità. Il ddl è stato in Parlamento due anni, ripeto due anni, e questo è un tempo congruo perché tutte le forze politiche possano determinarsi nel merito delle proprie scelte».



Anm: si dà una mano ai criminali. «Il ddl sulle intercettazioni dà una mano ai criminali a sfuggire alle maglie della giustizia - dice nel corso di un dibattito a Sky Tg 24 il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Cascini -. La privacy è un pretesto, ma non c'entra nulla, visto che i rischi di una sua violazione resteranno identici. Sono molto preoccupato del fatto che un Paese alla prese con una crisi economica e dove c'è un'esplosione della corruzione, dedichi tanto tempo per approvare in fretta e furia una legge che limita la libertà di informazione e la possibilità di indagare».


© RIPRODUZIONE RISERVATA