Berlusconi: governo premiato
Bersani: non è sconfitta, pronti a dialogo

Pierluigi Bersani (foto Roberto Monaldo - Lapresse)
Pierluigi Bersani (foto Roberto Monaldo - Lapresse)
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Martedì 30 Marzo 2010, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:24
ROMA (30 marzo) - Il premier Silvio Berlusconi esulta per i risultati delle regionali: governo premiato, ora le riforme. Il segretario del Pd - che mantiene 7 governatori ma ne perde 4, compresi i 2 pi incerti, quelli di Lazio e Piemonte - vede invece una inversione di tendenza a favore del suo partito. Forte avanzata della Lega in tutto il Nord e a sorpresa exploit delle liste di Beppe Grillo. Arrivano intanto anche i risultati di comuni e province. A Venezia il ministro Renato Brunetta, sconfitto dal candidato del Pd, Sergio Orsoni, attacca la Lega, mentre a Lecco l'esponente del Carroccio Roberto Castelli è stato battuto da Virginio Brivio del centrosinistra.



«Questo risultato elettorale è il miglior riconoscimento per l'attività svolta dal governo, per le prospettive di stabilità del sistema politico e per la possibilità di realizzare, in questa seconda parte della legislatura, le riforme necessarie per l'ammodernamento e lo sviluppo del nostro paese», ha detto in una nota il presidente del consiglio. «L'alleanza del Pdl con la Lega - ha aggiunto - si conferma una robusta forza di cambiamento nelle regioni più importanti, garanzia del rinnovamento e della modernizzazione del paese».



«L'alleanza del Pdl con la Lega si conferma una robusta forza di cambiamento nelle Regioni più importanti, garanzia del rinnovamento e della modernizzazione del Paese», ha sottolineato ancora il premier. «Ringrazio di cuore tutti gli elettori che ci hanno sostenuto con la loro fiducia e con il loro voto nonostante la terribile campagna di calunnie e di diffamazioni che ci è stata scagliata contro negli ultimi due mesi. Ancora una volta l'amore ha vinto sull'invidia e sull'odio. Grazie a tutti».



«Sono sceso in campo e questa è la mia vittoria», aveva confidato in nottata Berlusconi quando è diventato definitivo anche l'ultimo dato, quello più atteso, che a sorpresa attesta la vittoria di Renata Polverini su Emma Bonino nel Lazio. E con le vittorie già in cassaforte in Lombardia, Veneto e Campania e Calabria, il premier sente di aver vinto in pieno la scommessa fatta gettandosi anima e corpo nella campagna elettorale. Anche se il Pdl su base nazionale segna un arretramento rispetto alle europee del 2009 e soprattuto alle politiche del 2008.



Bersani: non canto vittoria ma non è una sconfitta
. «Non intendo cantare vittoria per l'esito delle elezioni ma neanche accettare una descrizione dei fatti di sconfitta del centrosinistra», ha detto il segretario del Pd aprendo la conferenza stampa all'indomani del voto regionale. «Se guardiamo i dati relativi alle coalizioni, risulta che dalle europee ad oggi abbiamo dimezzato le distanze dal centrodestra», ha aggiunto Bersani sottolineando che sulla scelta di emma Bonino nel Lazio «non ho nulla da rimproverarmi».



«In queste elezioni pur complicate c'è un segno di una inversione di tendenza. Il Pd in un contesto di frantumazione di liste ha guadagnato un punto rispetto alle Europee», ha detto ancora Bersani. «Non voglio escludere i problemi - ammette il segretario - l'astensionismo che ha colpito nella stessa misura del centrodestra. C'è una difficoltà anche nostra ma questo non esclude la tenuta del Pd. Leggo sui giornali che ci sarebbe stata una vittoria di Berlusconi. Non è così. Il Pdl perde il 4,31% rispetto alle europee e il 5,68 rispetto alle politiche e questo dato non è compensato dal dato della Lega che guadagna lo 0,9 rispetto alle europee, il 2,7 rispetto alle politiche».



«Chi governa ora ha la responsabilità di dire che strada vuole prendere. Ogni tavolo che affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà al tavolo. Altrimenti faremo una ferma opposizione». È l'atteggiamento che il segretario del Pd indica poi rispetto alla maggioranza: «Se si vuole intraprendere un cammino di svolta per indicare soluzioni vere agli italiani noi ci siamo. Se invece si vuole parlare di problemi lontani dai cittadini, noi denunceremo questo tipo di impostazione».



Al Nord Grillo ci ha rovinato, ma pronti al confronto. «Al Nord e soprattutto in Piemonte ci ha "rovinato" togliendo voti un po' a noi un po' a Di Pietro», aveva già detto Bersani commentando il successo delle liste di Grillo nelle regioni del Nord. E alla domanda sul perché il popolo No Tav in Piemonte abbia votato Grillo favorendo la vittoria del leghista Roberto Cota, il leader Pd ha risposto: «È un cupio dissolvi». Poi nel pomeriggio Bersani ha aggiunto: «Mi dispiace molto per il Piemonte ma non mi chiudo ad un confronto perché nel movimento di Grillo c'è anche l'esigenza di civismo e il coinvolgimento di giovani. Quindi al di là degli scontri tra noi forse possiamo confrontarci per costruire una politica più semplice, concreta, normale e pulita».



Rosy Bindi ha chiesto durante il vertice del partito di questa sera la convocazione della direzione e dell'assemblea nazionale. Un appuntamento che, ha evidenziato il presidente del Pd, deve tenersi per statuto ogni sei mesi e che acquista ancor più valore alla luce del voto e del fatto che «la situazione del paese è difficile».



Casini: siamo stati determinanti, nonostante tutto. «I dati dimostrano che siamo stati determinanti: siamo migliorati in termini assoluti rispetto alle precedenti amministrative il che non è poco con la campagna di aggressione che abbiamo avuto fuori dai Poli. Abbiamo scelto sette candidati di coalizione e sei hanno vinto». Pier Ferdinando Casini leader dell'Udc, ai microfoni del Tg3, tira le somme del voto amministrativo per i centristi. In Piemonte, spiega Casini «la Bresso è stata penalizzata da un lato dall'effetto Lega, dall'altro dall'effetto Grillo che è risultato determinante a bloccare il centrosinistra». Quanto al fenomeno Lega «se prevale la sua identità contestataria che specula sugli stati d'animo della gente con proposte tipo quella dei medici-spia non si va da nessuna parte. Se invece prevale la volontà di dialogare sulle riforme allora accetteremo la sfida».



Napolitano: riforme condivise per superare distacco da istituzioni. Occorrono «ulteriori riforme», procedendo su quelle avviate e quelle «apparse condivise» nella scorsa legislatura: lo dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una dichiarazione di auguri ai nuovi governatori e consiglieri regionali. Napolitano si augura che dagli eletti venga l'impulso allo «sviluppo del processo riformatore, su basi autonomistiche e solidali, a miglior presidio dell'unità nazionale e degli equilibri costituzionali» che potrà porre rimedio al fenomeno dell'astensionismo. «L'augurio - prosegue - è che dai Presidenti e dai Consigli rappresentativi di tutte le Regioni venga un sostanziale impulso e contributo allo sviluppo del processo riformatore, su basi autonomistiche e solidali, a miglior presidio dell'unità nazionale e degli equilibri costituzionali. Anche ciò potrà concorrere - conclude - al superamento di fenomeni di distacco dalle istituzioni e dalla partecipazione elettorale».



Fini: Bossi alleato strategico, ma non detti l'agenda al Pdl. La Lega è un alleato di governo strategico. Gianfranco Fini non è preoccupato dall'asse Berlusconi-Bossi uscito rafforzato dalle regionali per il grande successo del Carroccio al Nord. Il presidente della Camera, riferisce chi ha avuto modo di parlargli in queste ore, considera il senatur un alleato leale e fedele, ma avverte: il Pdl deve restare forza trainante della coalizione. Lo "tsunami padano", dunque, spiegano fonti parlamentari, «può allarmare - secondo Fini - solo se dovesse tradursi in un appiattimento» del Pdl sul Carroccio.



Scoppia il caso Puglia, Fitto si dimette. Il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto ha presentato le dimissioni dall'incarico dopo la sconfitta in Puglia del candidato del Pdl, Rocco Palese, battuto dal governatore uscente Nichi Vendola. Fitto si è ampiamente speso nel corso della campagna elettorale a favore di Palese, di cui è stato il principale sostenitore. Berlusconi comunque per ora ha preso tempo. Le dimissioni di Fitto sono sul tavolo del presidente del Consiglio, ma il Cavaliere - a quanto si apprende - non ha ancora deciso cosa farne.



Vendola: sconfitto Fitto? «Questo è indubitabile. Spero che non lo dicano troppo perché non vorrei che Fitto subisse una estromissione dai luoghi del potere», ha detto il presidente della Puglia. «Fitto - ha aggiunto Vendola - è stato per me un alleato troppo prezioso. La sua idea della lotta politica è talmente primitiva e insultante. La prima causa della crisi del centrodestra in Puglia si chiama Raffaele Fitto. Per quello io - ha detto Vendola - ho fondato questa associazione: "Nessuno tocchi Raffaele"».



Di Pietro: «Bersani si deve liberare dei cacicchi locali». È l'invito del leader dell'Idv Antonio Di Pietro al Pd dopo l'esito delle regionali. «L'Italia dei Valori - ha detto parlando alla sede del suo partito - è stata strapremiata per la chiarezza del linguaggio contro questo governo fascista e piduista». Ci sono state, però, «candidature del centrosinistra spesso sbagliate, fatte con senso di resa, il centrosinistra deve invece riflettere su un ricambio generazionale e non accontentarsi più di quello che dicono i cacicchi locali». «La vittoria del centrodestra in Piemonte e Lazio - ha detto - si poteva evitare se ci fossero state scelte per vincere e non di risulta, se si fosse messo in campo ad esempio Chiamparino».



«La candidatura di Emma Bonino non è piaciuta ai laziali, in un territorio dove è forte la componente moderata andava bene per fare protesta non per governare», ha continuato Di Pietro, che non se la prende con Grillo per aver tolto voti al centrosinistra: «Io non critico Grillo che ha preso i voti, lo ammiro e lo rispetto, perché i cittadini in quel caso hanno semplicemente protestato e invece spetta ai partiti perchè dalla protesta si passi alla proposta».



Pier Ferdinando Casini condivide l'appello di Napolitano a rispondere «subito» con le riforme all'astensionismo, ma a suo avviso «occorre che le forze politiche trovino finalmente la forza per passare dalle parole ai fatti e per realizzare riforme ampiamente condivise, affinchè siano stabili e non durino solo lo spazio di un mattino». «Il risultato elettorale - aggiunge il leader dell'Udc - richiede una riflessione profonda che vada al di là della contabilità dei partiti e delle Regioni. Si sono manifestati infatti forme nuove di protesta nei poli e un alto astensionismo».



Polverini a Ballorò: vittoria non di misura. «Non è decente dire che 77 mila voti, quasi 78 mila, sono un pugno di persone, perché sono persone, tante persone». Lo ha detto il neo presidente della regione Lazio Renata Polverini intervenendo a Ballarò, intervistata da Giovanni Floris. Se non fosse intervenuto Berlusconi avrebbe vinto? «Questa è una pretesa che aveva anche la Bonino, dopo essersi battuta per l'esclusione definitiva della lista del primo partito di Roma perché insieme al Pd voleva vincere una partita a tavolino, pretendeva anche che il leader di quel partito non partecipasse alla campagna elettorale».



Di Pietro: il Pd cambi. «In un sistema bipolare bisogna ricostruire una coalizione per potersi riconfrontare politicamente con il centrodestra. Alle prossime elezioni voglio tentare di vincere e tentare di farlo con il Pd, però il Pd deve fare una scelta di campo: certi cacicchi o certi personaggi usati e consumati nel tempo bisogna che li metta da parte». Lo ha detto il leader Idv Antonio Di Pietro nel corso della trasmissione Ballarò.



Alfano: leader sinistra senza idee. «La sinistra ha perso tanto in questi due anni perchè non ha avuto una leadership riconosciuta, non ha idee e non ha un programma: presenta sempre un volume d'enciclopedia». Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso della trasmissione Ballarò. «Sono lieto di stare accanto alla Polverini - ha aggiunto Alfano citando alcuni esempi di candidati vincenti del Pdl di giovane età: «Un pò di aria fresca - ha detto - non solo l'abbiamo fatta percepire, ma anche fatta respirare. Non è stato un rinnovamento solo di facce, ma di gente che veniva dalla militanza, dalle istituzioni, dagli enti locali. Abbiamo saputo ammodernare e innovare - ha concluso - abbiamo avuto una leadership stabile dal 1994, alle cui spalle c'è una coalizione forte che ha introdotto nelle istituzioni personaggi che hanno saputo vincere».
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