«Fu violato il diritto della difesa». I motivi dell’assoluzione di Leopoldo Wick nel processo per le morti nella Rsa

«Fu violato il diritto della difesa»: Ecco I motivi dell’assoluzione di Leopoldo Wick
«Fu violato il diritto della difesa»: Ecco I motivi dell’assoluzione di Leopoldo Wick
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 11:58

ASCOLI «È stato violato il diritto di difesa». A sostenerlo sono i giudici della corte d'assise d'appello di Ancona nelle motivazioni della sentenza di assoluzione pronunciata il 6 dicembre scoprso nei confronti di Leopoldo Wick, l'infermiere della Rsa di Offida dopo che in primo grado era stato condannato all'ergastolo perché ritenuto colpevole della morte di sette anziani ospiti della struttura dove lavorava e del tentato omicidio di un altro. I giudici di secondo grado hanno prosciolto da tutte le accuse l'infermiere «perché il fatto non sussiste».

Le motivazioni

Nelle 161 pagine che costituiscono la motivazione della decisione e che sono state depositate lo scorso 4 marzo, si evidenzia come l'acquisizione delle prove, su cui i giudici della corte d'assise di Macerata avevano basato la loro sentenza di condanna, è avvenuta senza garantire a Leopoldo Wick il diritto di difesa e per questo inutilizzabili.

Nello specifico, i giudici anconetani evidenziano che i prelievi ematici eseguiti sulle vittime e che hanno rilevato la presenza in dose massiccia nel sangue di farmaci tali da causare la morte degli anziani ospiti. Prelievi effettuati dopo che, come si legge nelle motivazioni, sono avvenuti dopo nell'estate del 2018 l'Oss della Rsa si recò dai carabinieri di Offida per riferire delle morti sospette all'interno della struttura e che a suo parere i decessi erano da attribuire all'operato professionale di Leopoldo Wick.

Per la corte d'assise d'appello, dunque, già a questa data i sospetti della Procura erano rivolti nei confronti dell'infermiere che pertanto sarebbe dovuto essere iscritto sul registro degli indagati. Tanto più, quanto in fase di indagine vengono incaricati i medici necroscopi, prima ancora che venissero nominati dalla Procura consulenti tecnici, di eseguire i prelievi sugli anziani deceduti. Attività di prelevamento e campionamento del sangue post mortem che non può rientrare nell'ambito dell'attività istituzionale dei medici necroscopi. Contestazioni che erano state sollevate nel corso del processo di primo grado dai difensori di Wick - gli avvocati Tommaso Pietropaolo, Francesco Voltattorni e Luca Filipponi - e che erano state ribadite anche dall'avvocato Gianfranco Iadecola che difendeva l'Asur chiamata in causa come responsabile civile e che nel corso del processo di primo gravo aveva sollevato dubbi sulla catena di conservazione dei reperti.

La tesi

Tesi condivisa anche dai giudici della corte d'appello di Ancona che hanno ribadito che il fatto, dunque, che siano state violate le disposizione del codice di procedura penale e le garanzie difensive per raccogliere elementi utili alle indagini e le prove su cui basare l'accusa nei confronti di Wick, comporta che i risultati degli esami sui prelievi di sangue che sono unici e che rivelano la presenza di farmaci non possano assumere efficacia della prova.

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