Omicidio Albertini ad Ascoli, per Giobbi si spalancano le porte del carcere: la decisione della Cassazione

Giovanni Albertini
Giovanni Albertini
di Luigi Miozzi
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Martedì 20 Giugno 2023, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 07:52
ASCOLI - La Cassazione ha confermato la sentenza di condanna per Giorgio Giobbi sebbene abbia provveduto a ridurre la pena di otto anni e otto mesi di carcere inflitta dalla corte d’assise d’appello a 8 anni 4 mesi e 20 giorni accogliendo in parte i motivi del ricorso proposti dai difensori del cinquantaduenne ascolano, accusato dell’omicidio di Giovanni Albertini in concorso con Danilo Damiano Chirico già condannato a 12 anni, che avevano impugnato la sentenza dei giudici toscani che in fase di rideterminazione della pena avevano aggravato quella di otto anni e quattro mesi inflitta dalla corte d’assise di appello di Perugia.  



Gli avvocati Sergio Liberati e Federico Cecconi, infatti, avevano sostenuto che su questo punto non c’era stato il ricorso della pubblica accusa. A differenza di quanto accaduto in precedenza, questa volta i giudici della Suprema Corte, anziché rinviare per la terza volta ad un’altra corte d’assise d’appello per un ulteriore ricalcolo, ha proceduto a rimodulare la pena. A questo punto, dunque, con la sentenza passata in giudicato, per Giorgio Giobbi si aprono le porte del carcere. Per ben due volte i giudici della suprema corte hanno rinviato gli atti ai quelli di secondo grado per procedere al ricalcolo della pena. A novembre del 2019, la Cassazione annullò la condanna a 11 anni e 7 mesi di carcere della corte d’assise Ancona che riformò in parte la sentenza di primo grado.

Il ricorso dei difensori di Giobbi era motivato dal fatto che in quel caso venne applicata l’aggravante della recidiva che, invece, non era stato richiesta dal Pm in primo grado e che, pertanto, non poteva essere presa in considerazione successivamente. Gli atti furono rinviati alla corte d’assise di Perugia che effettuò il ricalcolo della pena infliggendo a Giobbi otto anni e quattro mesi di detenzione. Anche in questo caso, però, gli avvocati Cecconi e Liberati avevano impugnato la sentenza ritenendo che nell’eseguire la riquantificazione della pena, i giudici non avevano eseguito una riduzione proporzionale della pena base ma solamente delle aggravanti rimanenti. La Suprema Corte, pertanto, rinviò nuovamente alla corte d’assise d’appello di Firenzo per un ulteriore ricalcolo: i giudici toscani emisero la sentenza a otto anni e otto mesi che è stata impugnata nuovamente. 

Tre processi in Cassazione



«Ci sono voluti 3 processi in Cassazione , 3 in varie corti di assise per sapere se si poteva applicare la recidiva e da quale pena occorreva partire. Finalmente abbiamo una pena definitiva finale che Giobbi sconterà in carcere da oggi» afferma mauro Gionni, legale della famiglia Albertini. «Tutto nasce dalla sentenza del Gup di Ascoli che aveva riconosciuto solo il reato molto meno grave di lesioni in capo a Giobbi e non quello di omicidio preterintenzionale ( che va oltre l’intenzione) per la morte del povero Albertini. Di qui la lunga vicenda giudiziale finalmente conclusa con questa condanna definitiva ».

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