Omicidio Albertini, la Corte d’assise d’appello di Firenze ricalcola la pena. Giobbi condannato a 8 anni e 8 mesi

Il luogo dell'aggressione
Il luogo dell'aggressione
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 19:26

ASCOLI - Otto anni e otto mesi di carcere. È la pena inflitta dalla Corte d’assise d’appello di Firenze a Giorgio Giobbi per l'omicidio preterintenzionale di Giovanni Albertini, il 58enne ascolano morto il 17 febbraio del 2016 a poche ore dall’aggressione subita in piazza del Popolo. Per quei fatti, sta scontando una pena passata in giudicato a 12 anni, Danilo Damiano Chirico. La condanna giunge dopo il secondo rinvio alla Corte d’assise per il ricalcolo della pena disposto dalla Cassazione, accogliendo il ricorso dei difensori di Giobbi che avevano contestato il fatto che i giudici di Perugia avessero solo parzialmente rispettato le osservazioni fatte dalla Cassazione dopo il primo annullamento, a novembre 2019. 
  

«Aspettiamo di conoscere le motivazioni per decidere come procedere - dice l’avvocato ascolano Sergio Liberati che insieme al collega Federico Cecconi del foro di Milano difende Giobbi -. Al momento ci lascia perplessi il fatto che la pena inflitta sia superiore a quella dei giudici di Perugia». A novembre 2019, la Suprema Corte annullò la condanna a 11 anni e 7 mesi di carcere inflitta dalla corte d’assise Ancona che riformò in parte la sentenza di primo grado. In quel caso i difensori di Giobbi impugnarono la sentenza poiché venne contestata l’applicazione al proprio assistito da parte dei giudici dell’aggravante della recidiva che non era stata richiesta dal Pm in primo grado e che non poteva essere applicata successivamente. Pertanto, la Cassazione rinviò tutto alla Corte d’assise di Perugia che effettuò il ricalcolo della pena infliggendo a Giobbi 8 anni e 4 mesi. Anche in questo caso, gli avvocati Cecconi e Liberati avevano presentato un nuovo ricorso in Cassazione per impugnare la sentenza dei giudici umbri, ritenendo che nel ricalcolo della pena, non avevano eseguito una riduzione proporzionale della pena base ma solo per le aggravanti rimanenti. In punta di diritto, i difensori avevano evidenziato la «contraddittorietà e l’illogicità della motivazione sulla mancata rideterminazione della pena base» per cui la pena finale avrebbe dovuto essere più bassa. Motivi che, lo scorso febbraio, erano stati accolti dai giudici della Suprema Corte che hanno annullato nuovamente la sentenza e rinviato a Firenze la documentazione. Ora, è arrivata anche la decisione della corte d’assise del capoluogo toscano.
 
Era la sera del 17 febbraio 2016 quando Giovanni Albertini si fermò in un bar di piazza del Popolo dove di lì a poco ci fu una violenta lite.

Albertini, dopo essere stato schiaffeggiato cadde a terra e fu raggiunto da un calcio all’addome. Tornato a casa, durante la notte, l’ex commerciante si sentì male e morì. L’autopsia chiarì che il decesso era avvenuto a seguito della rottura della milza. 

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