Il Micile non sarà più sfrattato: le volontarie si sono aggiudicate il terreno all’ultima asta

Il Micile non sarà più sfrattato: le volontarie si sono aggiudicate il terreno all’ultima asta
Il Micile non sarà più sfrattato: le volontarie si sono aggiudicate il terreno all’ultima asta
3 Minuti di Lettura
Martedì 16 Febbraio 2021, 08:50

SENIGALLIA  - La vecchia Amministrazione voleva sfrattare il Micile e le volontarie si sono comprate il terreno. Arriva il lieto fine per una vicenda che ha tenuto banco per mesi. Il Comune aveva deciso di trasferire la colonia felina di via Camposanto Vecchio alla Cesanella, nel Bosco di Topolino dove aveva anche iniziato i lavori. Il terreno su cui sorgeva il Micile lo doveva vendere all’asta e la colonia se ne doveva andare.

LEGGI ANCHE:

Gomme squarciate e minacce sessuali: battaglia contro le volontarie del Micile

Le volontarie dell’Associazione Gattofili Anonimi Senigallia, che gestiscono il Micile, non l’avevano presa bene.

Lamentarsi e protestare non era servito ecco quindi che hanno messo mano al portafoglio per trovare la soluzione. «Finalmente abbiamo messo un punto su una situazione che ci sta molto a cuore – spiegano - il Micile era a rischio, rischiavamo di dover spostare tutta la nostra struttura, senza certezze ma con tanti dubbi. Ora è ufficiale: il Micile non verrà spostato. Si è svolta l’asta pubblica per il nostro terreno e l’associazione è risultata l’aggiudicataria del bene all’asta. Il terreno è nostro. Ora siamo ufficialmente squattrinate, ancora più di prima, e quindi ogni aiuto è veramente ben accetto».

Sulla pagina Facebook dell’associazione è possibile trovare tutti i riferimenti per fare una donazione. L’asta è avvenuta a novembre e ancora non c’è stato il rogito che dovrebbe avvenire a breve. L’atto conclusivo per diventare proprietarie a pieno titolo. La questione aveva appassionato molti senigalliesi, sensibili al tema, anche perché spostare una colonia felina sarebbe stato traumatico per tutti i gatti che riconoscevano in quella struttura il proprio rifugio. Potranno continuare a farlo. Non si trattava di spostare solo strutture o degli scatoloni ma dei randagi che con amore vengono presi in cura dalle volontarie Il pericolo era che, non riconoscendo l’altro spazio come la propria casa, si disperdessero nel territorio vanificando anni di lavoro per conquistarsi la loro fiducia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA