Salvare San Marco, il Comune di Jesi c’è: «La ricognizione, poi il restyling»

Salvare San Marco, il Comune di Jesi c’è: «La ricognizione, poi il restyling»
Salvare San Marco, il Comune di Jesi c’è: «La ricognizione, poi il restyling»
di Fabrizio Romagnoli
3 Minuti di Lettura
Martedì 17 Ottobre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 12:21

JESI «San Marco è un gioiello e non può essere dimenticato. La sua manutenzione, dopo tempo, deve tornare in agenda. Coinvolgere le sensibilità locali può avere un significato importante, proprio perché si tratta di un patrimonio che dà identità alla città e ci fa sentire comunità». Così l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni dopo l’appello lanciato dall’ex sindaco Vittorio Massaccesi. una chiamata a cittadini e associazioni per raccogliere fondi – di «una decina di migliaia di euro» ha parlato Massaccesi - per un primo progetto utile a individuare con chiarezza problematiche e soluzioni che mettono a rischio la perla medievale che sorge sulla omonima collina dirimpetto al centro storico. 


Il ringraziamento

«A Vittorio Massaccesi va il mio grazie ma credo vada anche quello della città, per la sua attenzione e le sue sollecitazioni che rappresentano sempre contributi preziosi.

In effetti – dice Melappioni – San Marco sconta problemi di infiltrazioni e umidità in particolare. Una situazione di cui occorre avere un quadro più chiaro per quanto riguarda sia la struttura sia gli affreschi che contiene». Prosegue l’assessora: «Per avere un’idea più chiara di ciò che è necessario, il primo passo da compiere è appunto quello di una ricognizione approfondita dello stato del bene. Uno studio preliminare che possa consentire di definire con precisione le criticità e ciò che occorre fare. Come amministrazione stiamo avviando le interlocuzioni necessarie, andrà individuato un professionista specializzato nel restauro di beni architettonici che proceda a sopralluoghi, sondaggi, verifiche. Poi, con in mano il punto della situazione, potranno essere stabilite e individuate anche le risorse necessarie a intervenire». Proprio a questo primo passo Massaccesi chiama a compartecipare, con le sue parole, «cittadini o enti aperti alla sensibilità artistica o benemeriti». Secondo Melappioni: «San Marco è un bene prezioso, che non si può pensare non abbia bisogno di cure e attenzione. Il coinvolgimento della città nella sua conservazione è necessario per il ruolo che questo patrimonio ha e per il rapporto che la città ha con la propria identità. L’appello di Massaccesi segue questo spirito». Forse originariamente abbazia benedettina, poi donata ai francescani, San Marco venne arricchita nella prima metà del ‘200 con un ciclo pittorico di cui rimane oggi la maestosa Crocifissione nell’abside, realizzato da esponenti della scuola riminese. Ai piedi della Croce, è raffigurato anche Dante Alighieri, ancora in vita all’epoca della realizzazione dell’affresco. 

L’edificio 

La chiesa si divide in 3 navate, di cui le laterali più basse rispetto alla centrale, il che non è tipico dell’architettura francescana ed è indice della preesistenza della chiesa rispetto all’arrivo dei francescani. Prezioso il recente studio che di storia e decorazione della chiesa hanno realizzato le ricercatrici Laura Barbacci, Meri Sbaffi e Maria Cristina Zanotti. Fra i problemi cui porre attenzione per la salvaguardia del bene, distacchi di superfici, infiltrazioni piovane, umidità di risalita e avvallamenti della pavimentazione.

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