ANCONA «Non si fa scrupolo di portare con sé armi od oggetti atti ad offendere, che poi dimostra anche di poter utilizzare, senza alcuno scrupolo, contro terzi, come avvenuto nel caso di specie, fino ad ucciderli». È un passo dell’ordinanza con cui il gip Sonia Piermartini ha confermato la massima misura cautelare, quella del carcere, per il 27enne algerino Fatah Melloul, accusato di aver ucciso con una fiocina il 23enne albanese Klajdi Bitri, colpito al cuore.
Il precedente
Nel provvedimento di 13 pagine, proprio in merito al «porto ingiustificato di armi», il gip fa riferimento a un precedente penale dell’algerino, così abituato a girare “armato”.
La caccia all’uomo
Per uccidere il giovane operaio, che si era accovacciato dietro a un’auto vedendo la fiocina imbracciata, Melloul sarebbe stato in «preda ad una vera e propria furia omicida». Divampata per futili motivi, in via Cilea, quando ormai poteva «tranquillamente risalire in auto» considerando che la lite sembrava essere finita. Il 27enne, scappato da Sirolo nell’auto che conduceva la sua fidanzata (la sua posizione è al vaglio degli inquirenti) si trova a Montacuto da domenica notte. Il difensore, l’avvocato Davide Mengarelli, farà ricorso al Tribunale del Riesame, per ottenere una misura cautelare meno gravosa. «Ci sono questioni da chiarire in merito alla dinamica» dice il legale.