Castelfidardo, fiori e palloncini bianchi per Massimo: «Campione, aiutaci a vincere il dolore»

Castelfidardo, fiori e palloncini bianchi per Massimo: «Campione, aiutaci a vincere il dolore»
Castelfidardo, fiori e palloncini bianchi per Massimo: «Campione, aiutaci a vincere il dolore»
di Giacomo Quattrini
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Sabato 17 Febbraio 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:38

CASTELFIDARDO Fiori e palloncini bianchi, come il suo piccolo feretro. Tanti messaggi di affetto e sostegno per il fratellino maggiore. Lacrime e dolore ieri mattina alla chiesa di Sant’Antonio da Padova, in zona Fornaci a Castelfidardo, per l’ultimo saluto a Massimo Basile, il bimbo di 5 anni vittima dell’incidente stradale avvenuto martedì scorso a Cerretano. In prima fila i suoi famigliari.

La mamma, con in mano un peluche del figlio, appena dimessa dall’ospedale di Torrette dove è stata ricoverata sotto choc dopo quel fuoristrada con la sua utilitaria lungo via Jesina.

La commozione

C’era il fratellino di Massimo, Samuel, uscito illeso ma traumatizzato nel vedere la morte davanti agli occhi, e il papà che lo sta accudendo in questi giorni difficilissimi.

Mons. Angelo Spina ha diretto la funzione religiosa assieme a don Pierluigi Moriconi e, rivolgendosi anche al piccolo scomparso così presto, ha detto: «Massimo sei un campione, aiuta i tuoi amichetti a sopportare questo dolore». Dall’altare durante l’omelia Mons. Spina ha spiegato che «la morte di un bambino ha la forza di creare una immediata mobilitazione dei cuori, che si uniscono e diventano un solo cuore. Ci stringiamo a tutti i famigliari con affetto convinto, profondo e partecipe. Il dolore estremo e più lacerante è la sofferenza dei genitori di veder morire il proprio figlio, questo dolore non può essere spiegato. Chiunque lo può capire». L’Arcivescovo ammette che «tutti ci domandiamo perché Dio ha permesso questa sciagura, ma non abbiamo risposte. La ragione non trova soluzioni accettabili. Ce lo dice anche il Papa, più che una spiegazione Dio ci dà una presenza con Gesù Crocifisso. E’ un mistero che non siamo in grado di capire». Ma assicura: «Massimo ora è nella città Santa patria della vita eterna. Ci guarda da lassù con i suoi occhi splendenti di gloria. Il rapporto non è interrotto, in attesa del giorno in cui ci ritroveremo per stringerci in un abbraccio che non conosce fine. Massimo come un petalo di fiori viene portato su verso l’alto, alle porte del Paradiso.

Il suo ingresso, con la sua innocenza, è avvenuto con gli Angeli in canto. Immaginatevi la festa che esplode quando entra». Troppo il dolore in chiesa. Dal pulpito l’unica a mandare un messaggio è stata Monica Marchiani, dirigente dell’Istituto Comprensivo Soprani, frequentato sia da Massimo che dal fratello di 10 anni: «Vogliamo esprimervi la nostra vicinanza, i vostri figli sono anche i nostri. E’ molto difficile esprimere parole, non ce ne sono quando si perde un figlio. Come scuola ci siamo oggi e ci saremo domani. Anche per i genitori dei compagni di classe di Massimo. Vi aspettiamo, serve coraggio ma insieme ce la possiamo fare».

Vicino alla bara sono stati lasciati dei bigliettini con messaggi rivolti anche al fratello di Massimo, come un «Samuel torna a scuola ti aspettiamo a braccia aperte» scritto dai compagni. All’uscita della bara un lancio di palloncini bianchi verso il cielo. Presenti tanti bambini, tutte le maestre e le catechiste, che hanno accompagnato il feretro, composto e silenzioso dietro alla famiglia, in corteo fino al vicino cimitero del Monumento.

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