Cna e Cgia: nelle Marche
in calo protesti e cambiali

Uno sportello bancario
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Domenica 29 Marzo 2015, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 15:30
ANCONA - Cna e Cgia: nelle Marche in diminuzione protesti e cambiali.

Nel 2014 il numero delle imprese che si sono viste protestare un assegno o una cambiale è diminuito di quasi il 21% rispetto all'anno precedente. Ad affermarlo Cna e Confartigianato Marche, che hanno elaborato i dati di Cerved, società che raccoglie il trend dei pagamenti di oltre 2,5 milioni di aziende in Italia. Lo scorso anno le imprese marchigiane non individuali con almeno una cambiale o un assegno protestato sono state 1.154 rispetto alle 1.458 del 2013, con un calo di 64 aziende e del 20,9%.

Per le imprese marchigiane l'anno scorso si sono ridotti, sia pure di un modesto 0,7 per cento, i giorni di ritardo nei pagamenti rispetto ai termini concordati, che sono passati da 14,1 a 13,4.

In particolare sono sempre meno le imprese che pagano le fatture oltre i 60 giorni (da 5,6 a 5,4 per cento contro il 7,7 per cento della media nazionale). Si tratta delle situazioni più a rischio, quelle che frequentemente si trasformano in mancati pagamenti o veri e propri default. Sono invece aumentate le imprese che hanno pagato in ritardo, ma comunque entro i 60 giorni dall'emissione della fattura (da 38,4 a 41,1) mentre le imprese che rispettano le scadenza sono scese dal 56 al 53,5%.

«I dati marchigiani - commentano Confartigianato e Cna - sono comunque migliori di quelli nazionali, che vedono le imprese puntuali nei pagamenti inferiori al 50% (45,4), delineando per le nostre imprese, per quanto piccole, una situazione meno deteriorata dei rapporti con i fornitori, tra i quali, è bene ricordarlo, molto spesso vi sono altre piccole imprese». Per quanto riguarda i settori, è l'edilizia quello che dall'inizio della crisi (2008) ha visto il maggior aumento di società protestate (+40 per cento) seguita dal sistema moda (+34%), dai servizi (+25) e dal commercio (+21). «Quella che i nostri piccoli imprenditori, soprattutto subfornitori, combattono per schivare le insolvenze - affermano Cna e Confartigianato - è una battaglia quotidiana, che li ha costretti a diventare più selettivi nella scelta di clienti e committenti. Anche per questo protesti e cambiali sono diminuiti nella nostra regione».
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