Sfuggite alle bombe in Russia
Si ritrovano dopo 74 anni

Sfuggite alle bombe in Russia Si ritrovano dopo 74 anni
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Venerdì 9 Gennaio 2015, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 20:35
MONTECOSARO - Un incrocio di destini degno della migliore sceneggiatura per un film. La russa Valentina Danilova e l'ucraina Nina Minaeva, quasi due secoli in due, si incontrano, si conoscono e si tengono amabilmente compagnia proprio a Montecosaro, presso la casa di riposo "Opera Pia Antonio Gatti", a migliaia di chilometri dalle rispettive terre di origine e con alle spalle due vite a dir poco non facili. Entrambe sfuggite ad un crudele destino da giovanissime. Entrambe accomunate da quell'anno, il 1941, carico di significati. In quell'anno, la signora Valentina, nata a San Pietroburgo, all'età di poco più di quattordici anni venne messa dai genitori su un treno diretto verso l'Uzbekistan perché sfuggisse all'assedio di quella che allora si chiamava Leningrado, da parte dei tedeschi. Dopo appena 45 chilometri, gli aerei tedeschi bombardarono il treno e il macchinista rimase ucciso. Valentina rimase illesa, ma non potendo più proseguire, tornò indietro camminando lungo le rotaie. La madre l'abbracciò, profondamente addolorata per quanto successo, ma felice di rivedere la figlia e stringerla a sé. Durante l'assedio Valentina vide morire prima il padre, poi la madre. Si mise a lavorare presso un ospedale militare e riuscì a sopravvivere. Non meno irta di difficoltà è stata la giovinezza di Nina Minaeva. Sempre nel 1941 in Ucraina, a Zaporojie, Nina aveva un anno più di Valentina ed era un'incantevole ragazza. I tedeschi avevano occupato la città e Nina venne salvata da un soldato italiano che le consentì di nascondersi in una delle botti di acqua che, con la sua truppa, doveva portare fino a Kiev per dissetare i tedeschi. Nina, grazie all'italiano, riuscì a fugare a tutti i controlli dei tedeschi e a salvarsi.







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