Prescrizione breve, assedio alla Camera
Scontro Fini-La Russa, seduta sospesa

La Russa contestato in piazza (foto Massimo Percossi - Ansa)
La Russa contestato in piazza (foto Massimo Percossi - Ansa)
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Mercoledì 30 Marzo 2011, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 23:59

ROMA - E' scontro alla Camera sul processo breve, mentre all'esterno di Montecitorio scendono in piazza Pd, Idv e popolo viola. Il Pdl e la Lega hanno chiesto l'inversione dell'ordine del giorno per passare direttamente all'esame del testo del ddl che contiene il taglio della prescrizione per gli incensurati, scatenando la rumorosa protesta dell'opposizione. La proposta è stata poi approvata con 15 voti di scarto. Contro la richiesta di inversione dell'ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Dopo la proclamazione del risultato, dai banchi dell'opposizione si è urlato «vergogna, vergogna!».

Immediata reazione del Pd alla «forzatura» della maggioranza. Il segretario Pier Luigi Bersani ha infatti annunciato per oggi pomeriggio alle 18 un sit-in davanti a Montecitorio. «La proposta del Pdl scrive una pagina inedita di violenza parlamentare e di abuso della maggioranza. Una doppia violenza», ha sottolineato il capogruppo del Pd, Dario Franceschini. Dopo l'intervento di Franceschini, dai banchi dell'opposizione tutti i deputati si sono alzati in piedi urlando «vergogna, vergogna!». Dal Pdl immediato il coro di risposta: «Buffoni, buffoni!». Il presidente Gianfranco Fini ha minacciato di sospendere la seduta «se si verificassero ulteriori atteggiamenti di questo genere».

«Dov'è l'urgenza di varare il processo breve? Significa mandare in prescrizione migliaia di processi, liberare i criminali, lasciare impuniti imputati di violenza carnale solo perché sono incensurati», ha detto Franceschini. E, rivolgendosi ai banchi gremiti del governo, dove siedeva anche il leader della Lega Umberto Bossi, Franceschini dice: «Che cosa racconterete ai popoli padani a cui dite che tutelate la sicurezza? Che quando si tratta di difendere il

presidente del Consiglio si passa sopra la sicurezza e siete pronti a votare? E questo solo perché Berlusconi è andato a Lampedusa? Quella visita è servita solo per coprire il processo breve. Se non avete la forza morale per fermarvi almeno provate vergogna dentro di voi per una pagina buia della Repubblica».

«Altro che riforma epocale della giustizia. Siamo alle solite. Il governo e il ministro Alfano, dopo averci illuso e illuso gli italiani che erano pronti a fare una riforma per i cittadini, ecco spuntare il solito provvedimento che serve solo a placare le ossessioni giudiziarie del presidente del Consiglio», ha detto il capogruppo dell'Udc, Pierferdinando Casini. «Nei giorni scorsi - ha aggiunto il leader dell'Udc - il ministro della Giustizia ha presentato un progetto di riforma costituzionale, assicurando che avrebbe tolto di mezzo tutte quelle norme minimali, settoriali, ad personam che c'erano in giro. Noi abbiamo detto che non ci si poteva sottrarre al confronto e che eravamo pronti a sederci al tavolo ma ora la maggioranza si rimangia tutto. È una vergogna».

«Sono esterrefatto, mi cascano le braccia. Questo processo breve è il peggior viatico se non la pietra tombale sulla riforma della giustizia - ha detto il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova - Voi le riforme non le volete, non volete che ci siano le condizioni per farle».

Bloccare i lavori dell'aula della Camera sul processo breve grazie a uno stratagemma offerto dal regolamento di Montecitorio. È la proposta che lancia a tutte le opposizioni Massimo Donadi, capogruppo di Idv. «Noi faremo tutto quel poco ostruzionismo - ha detto parlando con i cronisti - che il regolamento ci consente. Purtroppo i tempi sul provvedimento sono contingentati, ma noi li utilizzeremo fino all'ultimo secondo, e ci auguriamo che tutte le opposizioni facciano altrettanto». Donadi poi spiega quale è la piega del regolamento che consentire un po' di ostruzionismo: «C'è la possibilità su ogni emendamento di fare intervenire per 30 secondi metà dei deputati di ciascun gruppo in dissenso dal gruppo stesso».

«Altro che riforma epocale della giustizia, il Pdl vuole solo compiacere il presidente del Consiglio con provvedimenti 'ad personam' e la forzatura di oggi all'odg della Camera ne è la prova provata», ha affermato il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, che ha aggiunto: «Ormai siamo alla volgarità esibita senza alcun ritegno. Siamo stanchi delle bugie dei lacchè di Berlusconi, leghisti compresi, che - ha concluso Belisario - si atteggiano a paladini della legalità, ma poi restano solo i conniventi delle malefatte del governo».

Anche la Lega si è associata alla richiesta del Pdl di invertire l'ordine del giorno dell'Aula della Camera per passare subito all'esame del ddl sul processo breve. Lo ha annunciato Luciano Dussin in Aula dopo essersi lanciato in una filippica contro i magistrati e la Corte costituzionale, fermato solo dal ministro Roberto Calderoli, che lo ha raggiunto al banco e, tra le urla delle opposizioni che gli gridavano «servo, servo!», gli ha detto di smettere toccandolo sul braccio. «In Puglia dove controllate i giudici, questi hanno rottamato 11mila intercettazioni salvando Vendola e i vostri». Poi ha attaccato la Corte Costituzionale chiedendo l'intervento del presidente della Repubblica: «Ha stabilito, contro la nostra legge, che non si possono rimpatriare gli immigrati indigenti...

ma allora chi comanda in Italia?».

Tensione in piazza Montecitorio, dove un nutrito gruppo di manifestanti, Pd, Idv e popolo viola, sono arrivati a pochi metri dal portone principale della Camera con un blitz che ha spiazzato le forze dell'ordine. Molti gridavano “mafiosi mafiosi, vergogna vergogna, fuori la mafia dallo Stato”. Alcuni hanno esposto un piccolo cartello con la foto di Silvio Berlusconi con la scritta “processus interruptus, vergognati!”. Si è registrato anche un lancio di monetine. Rosy Bindi ha tentato di convincere i manifestanti a lasciare libero l'ingresso della Camera.

Contestata Daniela Santanché con grida “bugiarda bugiarda” per il caso legato al master alla Bocconi. Subito dopo pesantemente contestato Ignazio La Russa, uscito nella piazza su invito della Santanchè, al grido di “buffone buffone” e “dimettiti”.

Il deputato della Lega Gianluca Buonanno si è scagliato contro la folla; ma è stato salvato dai poliziotti e dal deputato del Pd Giacomo Portas, che lo ha preso sottobraccio e lo ha calmato. La gente aveva cominciato a inveire contro la Lega quando sono comparsi alcuni parlamentari del Carroccio; «vergogna», «Lega nord a casa», «venduti». Buonanno si è avvicinato alla folla, ma Portas, che lo conosce, lo ha preso sottobraccio e pian piano lo ha fatto allontanare parlandogli. A un certo punto si è sentito distintamente un «leghisti di merda». A questo punto Buonanno si è letteralmente scagliato verso la folla. Un gruppo di poliziotti in borghese si è interposto, ma il gesto improvviso ha distratto gli agenti in divisa che facevano da cordone. Alcuni manifestanti si sono allora scagliati verso il deputato del Carroccio, che era stato a sua volta bloccato da Portas: questi lo ha riaccompagnato verso l'ingresso di Montecitorio e consegnato a Massimo Polledri, che ha trascinato Buonanno dentro il palazzo.

«Stiamo combattendo in Parlamento e fuori contro questo colpo di mano della maggioranza e del governo. Oggi Berlusconi è andato a Lampedusa a comprare ville e barche e a promettere miracoli mentre la maggioranza ha fatto in modo di votare una legge per non mandare a giudizio ladri e violentatori - ha detto il segretario del Pd Bersani in piazza Montecitorio dove - Con tutto quello che sta succedendo nel mondo - sostiene Bersani tra gli applausi - tutto il governo e la maggioranza oggi è in aula per salvare Berlusconi e la Lega che predica rigore e moralità è lì a votare». Bersani ha rivolto un appello a tutte le opposizioni «per fare insieme fronte comune contro lo sfregio alla Costituzione e alla democrazia italiana e nel frattempo oggi hanno fatto nuove nomine in Rai per blindare ancora di più i Tg già ridotti alla televisione bielorussa». Bersani però ha anche chiesto ai manifestanti «di diffondere non solo rabbia ma anche speranza, tenuta e unità».

La Russa contro i manifestanti. «Si tratta di una contestazione premeditata contro la maggioranza, gli organi costituzionali e la libertà del Parlamento - ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, chiedendo la parola e parlando della manifestazione fuori Montecitorio - Sono stato avvisato da componenti del governo, tra cui la Santanchè che mi hanno detto che era diventato non solo impossibile, ma pericoloso, uscire dal Parlamento. Sono andato a verificare e ho visto che a due metri dal portone d'ingresso di Montecitorio c'era uno schieramento di qualche centinaio di persone appositamente convenute con intento offensivo, intimidatorio e violento». Parole contestate dall'opposizione: «C'eravate? - replica il ministro - quello che sta avvenendo fuori non so se sia frutto della vostra predicazione, ma non si è mai vista una cosa del genere fuori dal Parlamento. Mi sono anche meravigliato che le persone fossero arrivate così vicino e colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine presenti».

Scontro La Russa-Fini, seduta sospesa. ll capogruppo del Pd Dario Franceschini stava replicando a La Russa sulla manifestazione in atto quando il ministro gli ha fatto segno con la mano di stare zitto, mandandolo platealmente a quel paese. In Aula si scatena la bagarre e Fini invita il ministro ad «avere un atteggiamento rispettoso verso l'assemblea». Come replica La Russa gli batte le mani in segno di scherno, dice «lasciami stare, sto applaudendo», e gli fa il segno di stare zitto. A quel punto Fini chiede rispetto per la presidenza, e La Russa sembra urlargli «ma vaffa...». Il presidente sospende allora la seduta, si rivolge al ministro dicendogli «ma come ti permetti?». La Russa, mentre dall'opposizione gli urlano «fascista, fascista», tira in aria i fogli che ha davanti. Fini esce dall'emiciclo esclamando: «Fatelo curare».

Il Terzo Polo: La Russa si dimetta. «Un ministro della Repubblica che, in un momento così delicato della vita del Paese, prima offende l'assemblea di Montecitorio con atteggiamenti arroganti e provocatori, e poi lancia un gravissimo insulto al presidente della Camera, cioè alla terza carica dello Stato, si rende responsabile di una violenta contrapposizione istituzionale che il suo ruolo non gli consente. A questo punto chiediamo a La Russa di dimettersi», si legge in una nota del coordinamento nazionale e dei gruppi parlamentari del Nuovo Polo per l'Italia.

La Russa: non ce l'avevo con Fini. Ignazio La Russa, che, conversando con i giornalisti spiega: «Non me la prendevo con la presidenza ma con Franceschini», perchè il capogruppo del Pd, anzichè dargli solidarietà si interrogava sul perchè ai manifestanti fosse stato consentito di arrivare fin sulla soglia di Palazzo Montecitorio. Inoltre, secondo La Russa, «la contestazione non è stata frenata dall'arbitro», cioè dallo stesso Fini. «Se lo ha detto mi prenda lui un appuntamento», ha poi commentato il ministro le parole di Fini, che uscendo dall'Aula ha detto «curatelo» riferendosi al titolare della Difesa.

Crosetto richiama la Santanchè. Dura reprimenda del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto al sottosegretario alla Attuazione del Programma Daniela Santanchè, rea di aver incendiato gli animi invitando il ministro ad uscire nella piazza dove poi è stato contestato.

Fini: «Non è stata una offesa alla persona ma all'istituzione. La gravità di quanto accaduto sarà quindi valutata dagli organismi di Montecitorio». Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiuso una telefonata di chiarimento con La Russa.

L'esame del testo slitta a domani. Alla ripresa dei lavori il vicepresidente della Camera Antonio Leone ha annunciato il rinvio a domani alle 10 dell'esame del disegno di legge sul processo breve. La decisione è stata salutata dagli applausi dell'opposizione. «Il collegio dei questori verificherà la genesi di quanto è accaduto fuori e dentro l'Aula», ha detto Leone prima di chiudere la seduta. In relazione ai fatti di oggi, l'ufficio di presidenza di Montecitorio è convocato per le 9 di domani.

Napolitano: per riforma serve condivisione. Giorgio Napolitano auspica, in tema di riforma della giustizia, «iniziative condivise tese a migliorare la funzionalità del sistema giustizia e a rimuovere tensioni anche istituzionali che finirebbero per alimentare nell'opinione pubblica e specialmente tra i giovani motivi di disorientamento e sfiducia che è indispensabile scongiurare». Il richiamo di Napolitano è contenuto in un messaggio fatto pervenire attraverso il segretario generale del Quirinale, Marra, al presidente del consiglio nazionale forense Guido Alpo.

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