Lazio, da Botheim a Hudson-Odoi: Sarri chiede i regali di Natale. «Ma col mercato non si risolve tutto»

Lazio, Sarri chiede i regali di Natale: «Ma col mercato non si risolve tutto»
Lazio, Sarri chiede i regali di Natale: «Ma col mercato non si risolve tutto»
di Alberto Abbate
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Mercoledì 15 Dicembre 2021, 01:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 08:33

No regali, no party. Ieri sera una cena di Natale piena di luci per i 180 invitati della Lazio all’hotel St Regis. Arrivano insieme sorridenti, Lotito e Sarri, alle 20.15. Magari prima hanno riletto insieme la “letterina” dei rinforzi richiesti. Guarda caso, portano quasi tutti in Inghilterra, al Chelsea. La penultima squadra con cui Maurizio ha vinto con uomini plasmati e forgiati dai suoi schemi. Già a luglio, il tecnico li aveva invocati e aveva condotto in prima persona le trattative per acquistarli. Non se ne fece nulla per Loftus-Cheek, tornato adesso a grandi livelli. I Blues non mollano a gennaio nemmeno a titolo temporaneo il secondo portiere Kepa, dal momento che il titolare Mendy sarà impegnato col Senegal in Coppa d’Africa nei prossimi mesi. Se ne riparlerà a giugno, anche perché ora sono possibili solo due colpi: rimangono il vice-Immobile e un terzino sinistro, le priorità di Sarri. Tare lavora duro da tempo su Erik Botheim, 21enne del Bodo, ma l’allenatore biancoceleste preferirebbe il coetaneo Callum Hudson-Odoi, già nel giro della Nazionale maggiore, attaccante jolly per più ruoli. Con il Comandante alla guida, l’inglesino aveva collezionato 6 gol e 7 assist in 29 apparizioni: maturando alle spalle di Ciro, la Lazio potrebbe ritrovarsi un craque per i prossimi anni. Mica facile convincere il Chelsea, ma questo è il modo di programmare il futuro a lungo termine che intende Sarri. Stavolta niente scommesse, ma acquisti seri. Per esempio nessuno lo sa, ma il mister a sinistra in estate aveva già scelto Emerson Palmieri. Il terzino è rinato in prestito a Lione, dopo aver vinto l’Europeo con Mancini. Missione proibitiva ora interrompere l’esperienza francese e riportarlo nei confini italiani. 

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MEA CULPA 

In un primo vertice con Lotito, la settimana scorsa, Sarri ha rifatto questi nomi e non solo. Bisogna sfruttare anche i prestiti, cogliere grandi occasioni al volo. Dimenticatevi extracomunitari col tesseramento di Kamenovic, già annunciato. La firma sino al 2025 dell’allenatore è imminente, ma resta subordinata alle garanzie di mercato.

Maurizio pretende un progetto ben studiato, due colpi per ogni sessione per costruire pian piano una grande Lazio. È pronto a rimboccarsi le maniche in questo momento transitorio. Sa benissimo che servirebbe anche un centrale di difesa (Rugani), ma non può avere tutto e subito. Quindi ha fatto una cernita di ciò che per lui è lo stretto necessario. A luglio aveva chiesto anche un regista, voleva Torreira in prestito. Alla fine ha rilanciato Cataldi e può aspettare fine anno. A meno che non si presenti veramente un clamoroso scambio: Sarri accetterebbe di buon grado quello con la Juve fra Arthur e Luis Alberto, ma in questo frangente non c’è alcuna trattativa in corso. Invece il numero 10 biancoceleste ieri è tornato ad allenarsi a Formello e ha messo il Genoa nel mirino. Anche Zaccagni migliora, Pedro dovrebbe rientrare oggi in gruppo. Servono due vittorie prima di fine anno: «Voglio sei punti - assicura Sarri nel discorso a cena - e trovare continuità col duro lavoro. Sono io il primo responsabile di quanto successo col Sassuolo e siamo fuori strada se pensiamo di risolvere tutto col mercato». Milinkovic tornerà dalla squalifica al suo fianco: «Adesso gli vogliamo bene e dobbiamo seguirlo». 

 

IL SOLITO OSTACOLO

L’obiettivo fondamentale è rimanere aggrappati a quota 31 al treno di testa e avere poi un aiuto della società per tentare la rincorsa. I prossimi due mesi saranno un tour de force, a gennaio entrerà nel vivo pure la Coppa Italia. La quarta batosta dopo gli impegni di Europa League a Reggio Emilia (ora ci sono i sedicesimi col Porto il 17 e il 24 febbraio fuori casa) deve spingere Lotito a fare qualcosa: «Ma il bilancio e i conti vengono prima». Ed è questo il vero nodo che frena acquisti milionari del calibro di Hudson-Odoi e Palmieri nella prossima finestra. Torna maledettamente di moda il famoso indice di liquidità: bisogna vendere gli esuberi e far corrispondere gli stipendi per sbloccare ogni entrata. Ci sono Escalante, Vavro (direzione Spagna) e soprattutto Muriqi (Fenerbahce) in uscita, ieri assente (un indizio?) alla cena. A Tare, al momento, è rimasta le peggiore incombenza. Sembra il carbone della Befana

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