C'è anche il regista pesarese Giovanni Piscaglia nella cinquina dei Nastri d’Argento

C'è anche Giovanni Piscaglia nella cinquina dei Nastri d’Argento
C'è anche Giovanni Piscaglia nella cinquina dei Nastri d’Argento
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Sabato 13 Gennaio 2024, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 08:47

PESARO “Perugino. Rinascimento immortale”, l’ultimo docufilm del regista pesarese Giovanni Piscaglia è nella cinquina finale dei Documentari sull’Arte dei Nastri d’Argento 2024.

Il nuovo viaggio

Dopo "Van Gogh. Tra il grano e il cielo” e "Napoleone. Nel nome dell’arte”, nonché diversi e affascinanti lavori all’interno delle Gallerie d’arte più prestigiose (tra cui la Galleria Borghese, le due Nazionali dell’Umbria e delle Marche, gli Uffizi, il Museo Archeologico di Napoli, la Reggia di Caserta e la Pinacoteca di Brera), Giovanni Piscaglia ha affrontato un nuovo suggestivo viaggio, mettendo in luce le peculiarità di un grande artista come Il Perugino e il suo fondamentale ruolo all’interno della storia del Rinascimento, partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Uno sguardo come sempre intenso e profondo quello di Piscaglia, che sa cogliere sfumature inedite nelle pieghe dei suoi racconti.

Il fascino dell’arte da gustare a 360° comodamente seduti in poltrona, a casa o al cinema. Un viaggio che accompagna lo spettatore negli imperscrutabili chiaroscuri di grandi pittori, attraverso uno sguardo inedito e curioso, ricco di spunti di riflessione.

La cura dei particolari, la ricerca delle fonti, il racconto intenso e profondo dell’artista protagonista, sono alla base dell’attento e meticoloso lavoro del regista pesarese, capace di coinvolgere il pubblico proponendo una prospettiva sempre diversa e affascinante.

L’interiorità

Secondo Piscaglia «prima di essere un personaggio, un artista è sempre una persona e io cerco di capire l’interiorità di quella persona e cerco di restituirla a mio modo. Certo, potrei documentare in modo più asettico ciò che emerge dalle fonti, ma un film, a mio parere, deve avere una comunicazione più profonda, che abbia a che fare con le immagini e le atmosfere di un racconto organico».

E forse il Perugino non è tra i più famosi artisti della storia, ma « «non si poteva fare a meno di rivalutare il Perugino: un grande artista la cui fama è stata fraintesa e non adeguatamente rispettata, secondo quello che rappresentò in vita. È stato scambiato per un autore noioso e ripetitivo, ma ho voluto scavare nella sua biografia cercando di andare a fondo nella verità del tempo in cui visse e nella sua personalità».

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