PESARO - Una tecnologia in grado di produrre emozioni: è questo il senso del progetto inedito Kagami, uno degli eventi clou di Pesaro 2024, che vede protagonista Ryuchi Sakamoto (1952-2023), tra i massimi compositori contemporanei per il grande schermo, vincitore di un Oscar e due Golden Globe.
A più di un anno dalla sua scomparsa, l’artista giapponese tornerà a suonare dal vivo grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, capaci di fondere immagini tridimensionali in movimento con l’ambiente circostante, dando vita ad un evento in realtà mista mai sperimentato prima. Fino al 12 settembre, negli spazi del rinnovato Auditorium Scavolini, in programma tre repliche giornaliere: alle ore 17, alle 20 e alle 23. Un progetto emozionante che dopo Spark, il progetto delle lucciole biodegradabili, e The Life di e con la presenza di Marina Abramovic a Pesaro, propone un viaggio nella musica di Sakamoto che va oltre la musica stessa, ponendo il musicista in uno spazio sospeso, sopra il pianeta terra, in una galassia virtuale, mentre ripropone alcuni dei brani più celebri dell’artista da ascoltare e vivere in una dimensione spazio/tempo mai vissuta prima.
Il direttore artistico
«Nelle diverse sezioni della “Natura della Cultura” la natura vivente è quella che mi ha consentito di disegnare, attraverso le opere e le poetiche di grandi artisti come Studio Roosegaarde Murcof, Simon Geilfus, Marina Abramovic, visioni futuribili per un nuovo contratto da stipulare fra l'umanità e il resto del vivente: due soggetti a confronto che si riflettono l’uno nell’altro e interagiscono in un’unica sfera culturale, in cerca di un equilibrio per continuare ad evolversi in pace», sottolinea il direttore artistico di Pesaro 2024 Agostino Riitano. «Confesso la mia grande soddisfazione nell'essere riuscito a portare In Italia, in una città di provincia, quella che il The Guardian ha definito “un’esperienza rivoluzionaria”». Come ha sottolineato il presidente della Fondazione Pescheria Daniele Vimini «un progetto in cui ci sono più segni che vanno a raccontare una storia in un flusso culturale, di immagini e tecnologico, un flusso che nasce dalla sapienza dell’arte di Sakamoto ma anche da come ciascuno di noi si porrà di fronte all’artista con la propria sensibilità».
Le realtà interconnesse
Mary Hickson, creative producer & production manager del team Tin Drum ha spiegato il legame tra la parte artistica e scientifica: «Un lavoro durato oltre un anno e mezzo per un’opera mai realizzata prima, che è frutto di una sperimentazione continua. Insieme ci siamo concentrati sui vari elementi che potessero restituire un suono in grado di far percepire la presenza di una persona quando la stessa non c’è. Abbiamo lavorato sullo spazio, sulle fragranze, sul suono per cercare di rendere l’esperienza più reale possibile». Secondo Tomaso Cariboni, Technical producer, «la cosa fondamentale per noi è che la gente esca da qui dicendo: ho sentito qualcosa, che bel concerto, che bella esperienza, dimenticando di aver indossato degli occhiali che costano 4.000 dollari e hanno dietro 4 anni di lavoro». E se The Life della Abramovic portava una testimonianza più concettuale dell’arte, Kagami offre un’esperienza sensoriale e visiva fruibile e vicina anche a un pubblico di non addetti ai lavori.