Fame nervosa, i sintomi e nuovi rimedi. La psicoterapeuta: «È innescata da ansia e tristezza»

Secondo uno studio pubblicato sul National Library of Medicine, le donne fra i 45 e i 59 anni il 3,5 per cento soffrono di disturbi alimentari

Fame nervosa, i sintomi e nuovi rimedi. La psicoterapeuta: «È innescata da ansia e tristezza»
Fame nervosa, i sintomi e nuovi rimedi. La psicoterapeuta: «È innescata da ansia e tristezza»
di Maria Serena Patriarca
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 06:59 - Ultimo aggiornamento: 07:55

Un aiuto in più per combattere la fame nervosa, meglio definita come fame emotiva. Il Mindful Eating, grazie a facili tecniche di respirazione consapevole ed esercizi di rilassamento, sta diventando virale sul web e sulle piattaforme social e, specialmente nel mondo anglosassone, la nuova frontiera degli approcci terapeutici per i disturbi del comportamento alimentare e il "binge eating" contempla le pratiche di Mindful Eating come parte integrante nei percorsi guidati da psicoterapeuti e nutrizionisti. Episodi di abbuffate senza controllo possono presentarsi non solo nell'adolescenza, ma anche da adulti in età silver, specialmente nel delicato momento dei cambiamenti ormonali in fase "over 50".

Far ritrovare la consapevolezza alle persone e renderle felici

LA RICERCA

Secondo uno studio pubblicato sul National Library of Medicine, le donne fra i 45 e i 59 anni il 3,5 per cento soffrono di disturbi alimentari, mentre per gli uomini la percentuale scende fra l'1 e il 2 per cento. La buona notizia è che esistono semplici esercizi che, se praticati con costanza, possono aiutare a gestire la fame emotiva collegata a momenti di stress, stanchezza, sfiducia. «La fame nervosa si presenta come un desiderio improvviso e incontrollabile di mangiare, innescato da emozioni intense, come ansia e tristezza», spiega Giulia Gualdi, psicoterapeuta esperta di Mindfulness: «Le persone percepiscono questi sentimenti in sé, e cercano di placarli mangiando, ma questa è una risposta temporanea e porta a conseguenze negative, alimentando sensi di colpa, impotenza e inefficacia personale. A risentirne sarà l'autostima della persona, che darà vita a ulteriori emozioni intense e insicurezza, in un circolo vizioso che spingerà a cercare ancora conforto nel cibo».

IL RAPPORTO

Per imparare a gestire un rapporto equilibrato con l'alimentazione, la pratica del Mindful Eating può risultare utile poiché favorisce lo sviluppo della consapevolezza delle sensazioni che generano la fame nervosa, consentendo di distanziarsi da impulsi alimentari incontrollabili. «Riconoscere le emozioni che scatenano la fame nervosa è il primo passo per affrontarle», conferma la dottoressa Gualdi. «Un altro strumento prezioso è la respirazione consapevole, che rilassa il sistema nervoso e porta la consapevolezza al momento presente, spostando l'attenzione dalla sensazione di fame alle sensazioni sperimentate durante la respirazione: sedete in un luogo tranquillo (su una sedia o a gambe incrociate, su un tappetino), inspirate contando fino a 4, trattenete il respiro per 4 secondi, espirate lentamente per 4 secondi e infine aspettate altri 4 secondi per inspirare nuovamente; ripetete questo ciclo per almeno 8 volte».

COSTANZA

Giorgio Cuzzola, neurobiologo nutrizionista, consiglia un altro facile esercizio per allenare la consapevolezza del momento presente, ricordando che la mente è estremamente plastica, ma le abitudini richiedono costanza: bastano 5 minuti, ma è necessario praticare ogni giorno per ottenere risultati. Sedete in posizione confortevole su una sedia, con la schiena dritta, poggiando i piedi sul pavimento e le mani sulle cosce o sull'addome. Se preferite, sedete a terra su un cuscino da yoga. Potete iniziare con 5 o 10 minuti, poi potrete arrivare a 20 minuti e oltre. Tenete gli occhi socchiusi, il mento leggermente abbassato, le spalle rilassate. Respirate in modo naturale, portando l'attenzione al movimento dell'addome: verso l'esterno quando inspirate e verso l'interno, quando espirate. Se la mente divaga nei pensieri, riconducetela, gentilmente, all'atto del respirare.

IL DIARIO

Il dottor Cuzzola suggerisce di scrivere, a fine pratica, qualche riga su un taccuino di "auto osservazione", diario alimentare dove annotare l'evoluzione delle emozioni e della percezione di "fame", prima e dopo la pratica di meditazione Mindful Eating. È opportuno comunque consultare sempre uno specialista, per esplorare le radici della fame nervosa e sviluppare una relazione sana con il cibo.

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