Non si arresta l’emergenza negli ospedali del Lazio. La curva del contagio si sta “raffreddando” ma i pronto soccorso sono in affanno perché i ricoveri vanno a rilento con i reparti già chiusi e convertiti in sezioni Covid. E così, dopo le strutture della Asl Rm5, il San Camillo, l’Umberto I. Da ieri nella lista, anche l’ospedale di Bracciano che ha sospeso gli accessi se non per interventi chirurgici “salva vita”. Al “Padre Pio”, sono bloccati fino a data da destinarsi i ricoveri programmati e le accettazioni in pronto soccorso per chirurgia e ortopedia. Una decisione presa dalla Asl Rm4 diretta da Giuseppe Quintavalle per decongestionare il sovraffollamento nei pronto soccorso del territorio e l’urgenza di ampliare i posti letto di medicina. Tra le principali cause, la carenza di medici anestesisti per un ospedale che rischia di andare in tilt con accessi esagerati al pronto soccorso. Già convertiti i posti letto del reparto di ortopedia e di medicina. Gli interventi già programmati e non rinviabili, così come le urgenze differibili saranno dirottati al “San Paolo” di Civitavecchia. In tilt anche il servizio per dati e referti. Sempre a Bracciano lunedì, sono stati comunicati 4 guariti ma il totale è rimasto al giorno precedente, cioè fermo a 117 casi.
L’ultimo ospedale della Capitale a chiudere i reparti per convertire i posti letto in Covid, è stato il Grassi di Ostia.