La casa che non c’è. Pesaro, è un vero e proprio boom di richieste per un tetto in affitto

La casa che non c’è. Pesaro, è un vero e proprio boom di richieste per un tetto in affitto
di Nicola Bracci
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domenica 25 maggio 2025, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 26 maggio, 07:22

PESARO Tante case vuote e tante persone in cerca di un affitto. La questione abitativa nel pesarese si presenta in modo abbastanza oggettivo da essere riconosciuta tanto dalla politica quanto dai rappresentanti di categoria del settore immobiliare. L’ultimo dato disponibile parla di 7mila abitazioni sfitte in città, tra immobili che restano fuori dal mercato degli affitti per scelta dei proprietari e case destinate ad alloggi turistici e a locazioni soltanto temporanee.

Il mercato degli affitti


In proposito, spiega Tommaso Andreani, presidente provinciale della Fiaip, la Federazione italiana degli agenti immobiliari, le ragioni sono varie: «Si va dai casi di immobili malmessi, che non sono in condizione di essere affittati, a titolari che si trovano in situazioni patrimoniali abbastanza agiate da poter rinunciare alla rendita derivante dall’affitto.

Ma dal nostro punto di vista», prosegue Andreani «va anche detto che chi affitta non è sufficientemente tutelato rispetto al rischio di morosità dell’inquilino. Questo è un fattore che scoraggia i locatori». Nel contesto pesarese la domanda è cresciuta costantemente nell’ultimo decennio, ben oltre l’offerta che è invece rimasta pressoché invariata: nell’ultimo anno, in provincia, l’offerta risulta in calo del 15,2% mentre la domanda in crescita del 51,4%. Questo non ha fatto altro che aumentare i prezzi, che sono diventati via via meno accessibili.

«Nella stagione estiva un ruolo cruciale lo giocano, da un lato, le piattaforme che hanno disintermediato il rapporto tra locatori e affittuari e, dall’altro, la progressiva trasformazione di Pesaro da città industriale, chiusa, a città turistica» prosegue Andreani. Chi invece osserva la questione abitativa dal punto di vista degli affittuari e della gestione del patrimonio edilizio pubblico, fa notare come non si possa prescindere da un ragionamento di carattere nazionale. Luca Pandolfi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Pesaro, parte da due dati: oltre 1,2 milioni di euro che nel 2022 il governo centrale destinava al Comune per il Fondo morosità incolpevole oggi sono stati azzerati e la stessa sorte è toccata ai 534 mila euro destinati al Fondo affitti. «Parliamo di risorse che ci consentivano di offrire sostegno a più di mille persone, a famiglie con difficoltà, per permettere loro di far fronte al canone d’affitto ed evitare la richiesta di sfratto. Sono situazioni come questa che rendono l’idea di come i tagli del governo si fanno sentire nel concreto».

Il nodo degli alloggi popolari


Tuttavia, pur facendo i conti con il definanziamento di cui sopra, il Comune di Pesaro è intervenuto negli ultimi anni con una serie di provvedimenti e iniziative mirate a mitigare il problema. Rimangono ad esempio i 266 mila euro destinati a sostenere 184 famiglie della fascia più fragile, il congelamento dell’aliquota Imu per i canoni concordati a uso abitativo e il Fondo anticrisi, misura di sostegno alle famiglie che agisce sul costo di utenze e Tari e che nell’anno in corso sarà dedicato alla bolletta dell’acqua.

«In dieci anni, dal 2014 al 2024 l’Amministrazione comunale ha speso 1,95 milioni di euro in contributi per affitto, bollette e Tari», sottolinea Pandolfi che, parlando poi della necessità di mettere in campo ulteriori interventi di recupero del patrimonio edilizio pubblico, riporta l’attenzione sugli alloggi popolari gestiti da Erap, l’ente regionale che amministra in prima persona il patrimonio abitativo (mentre bandi e graduatorie per l’accesso alle case popolari spettano alle singole Amministrazioni comunali). In tal senso è rilevante notare come negli ultimi anni, pur a fronte di un bisogno crescente, il rapporto tra domanda e offerta sia sempre rimasto di circa 1 a 25: se nel 2017 le richieste di accesso approvate dal Comune di Pesaro erano 254 e le case assegnate 10, nel 2022 le domande sono state 428 e le case assegnate soltanto una ventina. Anche dal nodo degli alloggi popolari e della loro riqualificazione, insomma, passa una parte consistente della questione abitativa del territorio.

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