FANO L’Ast di Pesaro Urbino interviene per un chiarimento in merito all'articolo pubblicato ieri "Mio padre all'ospedale col piede rotto lasciato in barella 3 giorni, poi è morto" riferito a un episodio risalente a circa un anno fa.
«Comprendiamo profondamente il dolore dei familiari e la complessità di una situazione così delicata - si legge nella nota -. Tuttavia, in base ai documenti e a una rigorosa analisi retrospettiva del caso, si conferma come il paziente sia stato sottoposto a tutti gli accertamenti (di laboratorio e radiologici) necessari con la massima scrupolosità da parte dei professionisti del pronto soccorso, applicando protocolli e standard di cura riconosciuti a livello internazionale, come l'Atls (advanced trauma life support). La permanenza del paziente inoltre non è stata in pronto soccorso ma in osservazione breve intensiva (Obi), motivata dalla necessità di continuare gli approfondimenti diagnostici e attuare le terapie del caso. L'operato dei sanitari è stato conforme alle migliori pratiche cliniche e alle linee guida internazionali, dimostrando professionalità e dedizione in ogni fase dell'assistenza».
«Costante in formazione»
L’Ast 1, inoltre, desidera «precisare che, durante tutto il percorso clinico, i familiari sono stati costantemente informati sullo stato di salute del congiunto e sugli accertamenti effettuati, sia presso il pronto soccorso che in medicina interna, dove è stata loro data la possibilità di assisterlo fino all'ultimo momento. L'azienda esprime rammarico per qualsiasi percezione di carenza nella comunicazione, che in pronto soccorso, purtroppo, è stata in parte influenzata da una spiccata aggressività nei confronti del personale sanitario, tale da rendere necessario l'intervento delle forze dell'ordine». L'Ast di Pesaro Urbino ribadisce «il proprio impegno costante per garantire la massima qualità dell'assistenza».