Soltanto 28 edifici riparati 640 i maceratesi fuori casa

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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 05:04
IL REPORT
MACERATA Sisma, il cambio di marcia sulla ricostruzione deve riguardare anche Macerata. E' vero che il capoluogo non ha subito danni devastanti dalle scosse di terremoto del 2016 come accaduto nell'entroterra, ma le ferite di quell'evento sono ancora aperte e, 39 mesi dopo il danni lievi alle abitazioni che quelli, in minor parte, più gravi. E soprattutto far rientrare definitivamente anche nuclei familiari che, nonostante il molto tempo trascorso, vivono ancora in albergo o in autonoma sistemazione.
I cantieri
Insomma, il 2020 dovrà essere l'anno della ripartenza e dell'apertura di più cantieri in città per tornare nel più breve tempo possibile alla normalità. Sia per quanto riguarda la riparazioni di danni di lieve entità che, magari, attraverso la demolizione e ricostruzione di manufatti vetusti da sostituire con nuove costruzioni moderne, a risparmio energetico e più funzionali. A fare il quadro della situazione del post terremoto in città è l'assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta che sciorina quelli che sono gli ultimi dati aggiornati della situazione maceratese. «Al momento in città ci sono circa 800 potenziali pratiche legate alla ricostruzione afferma l'assessore ai Lavori pubblici- sia lieve che pesante. Dai risultati dei sopralluoghi effettuati è possibile che arrivino queste 800 pratiche per ricostruire. Ad oggi quelle che sono state presentate assommano a 216, poco più di un quarto del totale: di queste la maggior parte, 146, riguardano danni lievi diciamo le cosiddette B, 33 per delocalizzazione di attività produttive, quindi negozi ed esercizi commerciali che si sono dovuti spostare perché hanno avuto le sedi danneggiate, mentre 37 pratiche riguardano i danni più gravi causati dalle scosse sismiche del 2016. Da questi numeri si può comprendere che la parte del leone viene fatta dai danni lievi riportati dagli edifici collocati nel territorio comunale».
Il dato
Il dato che però lascia interdetti è che, pur di fronte ad un numero ancora limitato di pratiche presentate sia ancora minore il numero di quelle che hanno avuto un iter già avanzato, considerando appunto che si parte da 216 pratiche che sono state presentate agli uffici. «Di queste sottolinea lo stesso Ricotta- sono state ammesse al contributo economico per ricostruire 68 pratiche cioè poco meno di un terzo del totale. Di queste 68 solo 28 sono giunte a conclusione dell'iter legato alla ricostruzione, cioè parliamo di edifici che sono stati riparati e quindi tornati nuovamente agibili. E riguardano tutte per danni lievi e nessun caso per di danni più pesanti. Questo è il quadro d'insieme della situazione di Macerata città per quanto riguarda lo stato della ricostruzione.
Il livello
Il livello di danno procurato dal sisma per il comune ha toccato un 13% degli edifici privati (riferiti agli 800 totali ndr.) che hanno subito lesioni in città». Ma non ci sono solo i problemi legati alla ricostruzione di case ed abitazioni: questa impasse costringe ancora numerosi maceratesi a vivere in condizioni di precarietà, tra sistemazioni in alberghi, in case prese in affitto o da parenti ed amici. «Nell'ultimo mese rilevato dagli uffici, ed è dicembre 2019, ribadisce l'assessore Ricotta- il dato delle persone che sono ancora fuori casa è di 640 unità che corrisponde a 322 nuclei familiari. In questo caso si segnala una diminuzione di persone che sono fuori, visto che fino a qualche mese addietro il numero era di 770 cittadini fuori dalle loro abitazioni. Di queste sono pochissime, non più di 30 quelle che sono ancora sistemate in albergo mentre per il resto sono in autonoma sistemazione, cioè hanno preso la casa in affitto. Il valore dei contributi erogati a dicembre per quanto riguarda il Cas (contributo autonoma sistemazione) dalla Regione che poi il Comune gira ai diretti interessati ammonta a 214 mila euro».
Il valore
Una situazione quella di Macerata che, dunque, se non nei numeri ma negli iter non si discosta da quanto accade in tutta l'area del cratere sismico dove sono pochissimi i cantieri aperti ed anche il numero delle pratiche è molto minore rispetto a quelle che invece dovrebbero affluire all'Ufficio Ricostruzione. «Bisogna partire coi progetti ed anche in fretta conclude Ricotta- come ha avuto modo di dire anche il presidente del Consiglio, Conte, quando di recente è venuto nelle Marche. Bisogna che chi ha diritto ad avere il contributo statale presenti le domande, chi ha avuto danni si adoperi a presentare i progetti attraverso i propri tecnici e professionisti di fiducia. Altrimenti la ricostruzione continuerà a segnare il passo».
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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