LA PANDEMIA
MACERATA L'indicatore più immediato per misurare la pressione

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Giovedì 4 Marzo 2021, 05:04
LA PANDEMIA
MACERATA L'indicatore più immediato per misurare la pressione ospedaliera è rappresentato dalla situazione nei pronto soccorso. Prima di entrare nei tassi di occupazione dei posti letto, l'epidemia passa per i reparti di emergenza. E nei Ps di Macerata e Civitanova, in pochi giorni, (più o meno dallo scorso fine settimana) gli accessi Covid sono più triplicati: dai 3/4 al giorno del capoluogo si è passati a 13/14; a Civitanova ora sono 5/6 ma è più lungo il periodo di permanenza in attesa del ricovero (3-7 giorni). Per cui si occupano spazi ulteriori e si impegna maggiormente il personale. Che è sempre quello, non è aumentato come i casi.
La situazione
La soglia di allarme, quella che potrebbe dare il via al piano pandemico (riservare al Covid un ospedale), è vicina. Ma i due primari, da medici, si limitano a illustrare la situazione nuda e cruda. E lanciano l'ennesimo, accorato appello: rispettare le regole. Emanuele Rossi, direttore dell'Uo di pronto soccorso di Macerata, concede il poco tempo tra la svestizione e il ritorno a casa. «Dopo un mese e mezzo di relativa tranquillità, con 3 o 4 ingressi di media, da qualche giorno ne contiamo anche 14. Una decina sono da ricoverare. Il bel tempo invita ad uscire e poi ci sono le scuole aperte che, in parte, fungono da serbatoi per il virus. Bisogna considerare che i casi che arrivano al pronto soccorso sono contagi di circa 10 o 12 giorni fa: il Covid ha un'incubazione che va dai 4 ai 7 giorni e poi ci sono quei 3 o 4 giorni in cui i sintomi sono lievi».
L'impegno
A Macerata, sono stati riaperti in questa settimana i due moduli esterni. «Ho dovuto anche richiamare medici e infermieri cui avevo concesso, random, un giorno di riposo. Mediamente i pazienti rimangono qui 48 ore: poi c'è il trasferimento in reparto Covid o le dimissioni. I casi gravi, invece, sono subito indirizzati alla medicina d'urgenza. Fungiamo da paracadute con ricoveri brevi». Altro aspetto di questo momento, l'aumento della gravità dei casi e l'abbassamento dell'età media. «Rispetto al passato, abbiamo anche trentenni e quarantenni con polmoniti mediamente più severe. Il Covid si cura ma è anche una malattia mortale. Bisogna fare attenzione e adottare comportamenti coscienziosi e rispettosi verso gli altri. Nel frattempo arriveranno i vaccini. E devo dire che da Regione, Asur Av3 e Comune abbiamo tutta l'attenzione necessaria». Situazione quasi da copia-incolla a Civitanova, illustrata da Rita Curto. «Abbiamo passato tre giorni di fuoco, oggi tiriamo un piccolo sospiro di sollievo: da 23 pazienti ne abbiamo 11. Però per una gestione idonea in ogni aspetto, ad esempio ossigeno dato con le prese e non con bombole a terra, il limite è di 10. In ogni caso nessuno sarà mai lasciato indietro».
La tendenza
Fin dall'anno scorso, alcuni spazi del pronto soccorso sono stati riservati al Covid, restringendo quelli del percorso pulito. «Ora abbiamo dovuto sacrificare un'ulteriore stanza, con la conseguenza che qualche paziente non Covid si trova in barella in corridoio. Abbiamo anche dovuto allestire una postazione dove intubare i pazienti, praticamente un posto da terapia intensiva gestito da rianimatori. Il periodo peggiore rimane tra ottobre e novembre quando abbiamo dovuto gestire 28 pazienti. In media, prima di trovare un posto, rimangono qui dai 3 ai 7 giorni». Il primario del Ps civitanovese spiega anche che non tutti vengono ricoverati: qualcuno, dopo qualche giorno di osservazione, viene rimandato a casa. «In genere arrivano con problemi di respirazione. Ma qualcuno anche solo con febbre e tosse. Comunque la maggior parte è da terapia subintensiva. Vero, l'età media si è abbassata. Sporadici i casi di trentenni con polmoniti serie mentre nella fascia tra 40 e 60 anni gli accessi al pronto soccorso sono molto aumentati. Mi sento di lanciare due messaggi: primo, evitare di intasare i pronto soccorso per cose banali. Se si hanno sintomi sospetti, ci si deve rivolgere alla sanità territoriale che fa da filtro. Poi, bisogna che tutti facciamo attenzione. Si è abbassata l'età dei contagiati non perché il virus sceglie ma perché semplicemente è più diffuso. Non andiamo in cerca del virus, rispettiamo le regole anche quelle che non sono imposte ma che fanno parte del buon senso».
Emanuele Pagnanini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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