Wine bar al posto di vestiti e scarpe il futuro del centro appare segnato

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Mercoledì 17 Luglio 2019, 05:04
LA STRATEGIA
FERMO Wine bar al posto di vestiti e scarpe. Ristoranti e pizzerie dove ora ci sono orafi e uffici. Il futuro del centro storico di Fermo sembra ormai segnato. Almeno secondo le associazioni di categoria, che tutti i giorni fanno i conti con le difficoltà dei negozianti. Il passaggio è epocale e proprio per questo spaventa. Ma la rotta pare tracciata. Il capoluogo, con i suoi palazzi storici e i suoi musei colmi di tesori, è destinato a diventare sempre più meta di un turismo culturale. È già successo altrove e continua a succedere. La vicina Macerata, nell'arco di qualche anno, ha visto il suo centro storico passare da una sfilza di negozi di abbigliamento a una moltitudine di locali per universitari e turisti. Lo stesso potrebbe succedere a Fermo. Non ci sarebbe niente di male. Le città si trasformano, le abitudini cambiano e il commercio, volente o nolente, si adegua. «Fermo ha un grande pregio: è ricchissima di opere d'arte. Potenziare il discorso culturale, come già si sta facendo, e farlo diventare il motore della città potrebbe essere il futuro. In parte già succede. Prova ne sono i locali che sono nati in questi ultimi anni per accogliere i turisti».
Le proposte
A parlare è Luciana Testatonda, responsabile del settore Turismo e Commercio della Cna di Fermo. Se la strada sembra tracciata, qualcosa da fare per rallentare la metamorfosi c'è. «Visto che la vera destagionalizzazione degli acquisti oggi si fa su internet spiega Testatonda , all'attività di vendita diretta, i negozi potrebbero affiancare siti di e-commerce. Sarebbe un modo per portare in centro anche i giovani che, altrimenti, a fare acquisti, lì, non andrebbero». Due binari da far procedere in parallelo, per dare una possibilità in più al commercio. L'altra cosa da fare per sopravvivere è aggiornarsi. «Quello che bastava fino a quindici anni fa dice ancora la referente Cna adesso non basta più. Ci sono attività che riescono ad andare avanti bene, grazie a una strategia di vendita che funziona. Per questo, bisogna ripensare il concetto dell'esercizio di vicinato». Nel farlo, i commercianti dovranno contare soprattutto sulle loro forze. Gli eventi tanto invocati per portare gente in centro, spesso si risolvono con la piazza piena e i negozi vuoti. Mentre gli unici a beneficiare di feste e concerti sono bar e ristoranti. «Devono trovare la loro attrattività al di là degli eventi che non sono la panacea di tutti i mali chiosa Testatonda e chiedersi se sono sicuri di usare la strategia giusta. Insomma, serve una riflessione più ampia. Un'analisi che tenga conto di com'è evoluto il commercio negli ultimi anni».
Il centro storico
Una sfida per il centro storico, il passaggio dalla vocazione commerciale a quella turistica. Ma anche un'occasione da inseguire. La pensa così il vicepresidente di Confesercenti Ascoli Fermo Vittorio Ferracuti. «Si dovrà gestire questa transizione tra esercizi commerciali spiega , che pian piano nel centro storico andranno a scomparire per mancanza di clientela, e quelli che questa clientela possono sfruttarla». Quasi impensabile invertire la rotta. «Potrebbero sopravvivere solo quelle situazioni di altissima specializzazione, ma ci sarebbe bisogno di un bacino di utenza molto ampio, che qui non c'è, o gli esercizi di vicinato, destinati comunque a scomparire nell'arco di qualche anno», dice Ferracuti e aggiunge: «Bar, pizzerie e locali dove si mangia e si beve possono contare su un guadagno continuativo, mentre per i beni durevoli la situazione è più complicata. Bisognerà creare un equilibrio tra queste strutture e il centro storico, che potrebbe diventare polo di aggregazione per questi locali. Magari non sarà facile, ma è il risultato di un'evoluzione naturale e sociale che ha già riguardato altri settori».
Una trasformazione che richiederà nuove energie e un ricambio generazionale di cui già si sente il bisogno. Sono diversi, infatti, i commercianti del centro che, pur avendo raggiunto l'età della pensione, ogni mattina continuano a tirare su la serranda. Lo fanno spiegano perché in quelle attività hanno messo l'anima, oltre ai soldi. Per la città che a loro ha dato tanto e a cui hanno dato tanto, e che per questo non vogliono addobbare con un'altra saracinesca abbassata. Per i clienti affezionati che non li tradiscono con i centri commerciali. E perché, più venalmente, non trovano qualcuno disposto a rilevare l'attività. Se ci fosse dicono sarebbero pronti a lasciare anche subito.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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