Stop ai reparti Covid e pazienti trasferiti Il Murri si organizza

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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 05:05
L'EPIDEMIA
FERMO È stremato il personale sanitario dell'ospedale Murri di Fermo. E non solo quello dei reparti Covid. Stanchezza e rabbia riempiono le chat di infermieri e operatori sociosanitari. Che vorrebbero essere ascoltati. E aiutati. Aspettano l'arrivo dei 32 colleghi promessi dal direttore dell'Area vasta 4, Roberto Grinta, per dare manforte nei reparti. E che la tensione s'allenti. Invece, sembra destinata a salire. Le schermaglie interne che hanno portato a un passo dalle dimissioni dalla guida del Dipartimento di area medica di Giorgio Amadio sono le stesse che mettono uno contro l'altro i sanitari. Perché il problema è sempre lo stesso: il personale che scarseggia. E quello che c'è, tra doppi turni e ferie che saltano, non ne può più.
La strategia
L'Area vasta che copre la provincia di Fermo, intanto, tira dritta. Lunedì pomeriggio, la cabina di regia in Regione ha ribadito che, al Murri, non saranno attivati nuovi reparti Covid, per preservare gli altri pazienti. «La Regione vuole tutelare l'ospedale di Fermo perché è l'unico della provincia. Ad oggi, ci sono sei pazienti in Terapia intensiva, 29 a Malattie Infettive e tre in Pronto Soccorso, in quanto gli altri cinque sono stati ricollocati. Ma l'ospedale ricovera ogni giorno anche dieci-dodici pazienti no-Covid. La volontà, dunque, è quella di tutelarlo e non superare i limiti, con il supporto delle altre Aree vaste e di Torrette e Marche Nord, perché ha un ruolo centrale nella sanità provinciale», diceva, ieri mattina, l'assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini. Ma, col passare delle ore, il Pronto soccorso è tornato a popolarsi di pazienti positivi. In Rianimazione è stato attivato anche l'ultimo letto disponibile. Ne resta solo uno pulito, per i pazienti no-Covid. Ma, anche lì, il problema è il personale da reperire. In Malattie infettive, i ricoverati sono 28. Perché, tra ingressi e dimissioni, sono morte due donne di Monte Urano. Una aveva 89 anni, l'altra 90. «Il personale è stanco, non ne può più. Sapevano da settembre che sarebbe arrivata la quarta ondata, ma non si sono organizzati in tempo», la denuncia di Bruno Nepi, del Comitato per la sanità del Fermano, ai vertici dell'Area vasta. Da ex caposala di sala operatoria, Nepi dice di ben conoscere le dinamiche dell'ospedale Murri e «del personale che, esausto, rischia di commettere errori». Dice anche di capire la rabbia degli infermieri che «non hanno percepito l'indennità Covid che gli era stata promessa».
Gli sviluppi
Da oggi, le cose dovrebbero un po' migliorare. Cominceranno, infatti, i trasferimenti dei pazienti post-acuti nell'ex ospedale di Sant'Elpidio a Mare. I tre pazienti che erano ricoverati alle Cure intermedie sono stati spostati a Montegiorgio. Tornano, quindi, operativi i venti posti letto Covid che permetteranno di far respirare l'ospedale di Fermo. «Mi hanno comunicato che i primi trasferimenti sono imminenti», faceva sapere ieri il sindaco Alessio Terrenzi. Il primo cittadino torna alla carica sulle strutture sanitarie periferiche, «da riattivare, prima di andare in cerca di altre». Un suo cavallo da battaglia e un pressing che porta avanti ormai da mesi sia con la Regione che con i vertici dell'organizzazione sanitaria. Un discorso che vale per i vaccini, «per alleggerire Fermo», e anche le degenze. «Alla fine, avevo ragione io, anche sul Covid Hospital», chiosa ancora Terrenzi.
L'appello
Il sindaco chiede che «le strumentazioni inutilizzate nell'ospedale di Civitanova vengano redistribuite alle aree vaste». Con l'aumento dei tamponi processati, torna, intanto, a salire la curva dei contagi. 249 i nuovi casi registrati ieri nel Fermano. 3.220 le persone in quarantena, di cui 384 sintomatiche.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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