Stop a una classe del Liceo Caro È la prima quarantena dell'anno

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Mercoledì 22 Settembre 2021, 05:06
L'EPIDEMIA
FERMO Neanche il tempo di rimettere piede in classe che 27 studenti del Liceo delle scienze umane Caro sono finiti in quarantena. Quelli del 5D dell'indirizzo Economico-sociale, in isolamento dopo che una ragazza ha scoperto di essere positiva. S'è sentita male mercoledì sera, il primo giorno di scuola. Aveva la febbre. Ha fatto il tampone ed è scattata la profilassi. La classe è stata messa in quarantena venerdì, ma già giovedì i ragazzi non sono andati a scuola perché aspettavano l'esito del test della compagna.
La procedura
Per gli studenti vaccinati, la quarantena finisce oggi. Stamattina faranno il tampone e, se la risposta sarà negativa, domani torneranno in classe. I non vaccinati dovranno restare a casa fino a sabato, quando toccherà a loro tamponarsi. Se risulteranno negativi, lunedì prossimo saranno di nuovo a scuola. Quella delle Scienze umane è la prima classe del Fermano a tornare in didattica a distanza. Situazione che presidi, insegnanti e studenti vorrebbero evitare, ma che sembra inevitabile. Almeno fino a quando resterà valida la norma per cui, con un positivo, tutta la classe va a casa. L'unico modo per scongiurarla è aver avuto il Covid entro novanta giorni da quando scatta l'isolamento. In quel caso la quarantena non è necessaria. Scuole osservate speciali, dunque. Con i prossimi giorni che saranno decisivi per capire l'andamento dei contagi. Per provare a tenerli sotto controllo, in settimana partiranno i test salivari nei plessi sentinella della provincia. Tredici quelli interessati, divisi in quattro fasce, per un totale di 999 studenti tra elementari e medie. A cominciare saranno le primarie Sant'Andrea, a Fermo, e Salvadori, a Porto San Giorgio, e le secondarie di primo grado di Torre San Patrizio e Campofilone. Poi toccherà alle primarie di San Claudio (Fermo) e di Campofilone e alla secondaria di primo grado di Grottazzolina. Nel terzo gruppo ci sono le primarie Capoluogo (Fermo) e di Petritoli e la secondaria di primo grado di Petritoli. Nel quarto le primarie di Monte San Pietrangeli e di Piane di Falerone e la secondaria di primo grado di Cascinare. È in via di definizione, intanto, il calendario delle vaccinazioni per i pazienti ultrafragili che, nei prossimi giorni, riceveranno le terze dosi. Saranno vaccinati al Murri. Prima, verranno contattati dalla Direzione medica ospedaliera per fissare data e ora. Dopo nove mesi, sabato sarà riaperta la Rsr di Porto San Giorgio, mentre dal 4 ottobre tornerà operativa la mensa per i dipendenti del Murri, chiusa dall'inizio della pandemia. Da ottobre, sarà attivo l'ambulatorio pediatrico di Santa Petronilla, a Fermo. Trasloco in vista a Sant'Elpidio a Mare per dieci medici di famiglia che, dalla prossima primavera, si trasferiranno all'ex ospedale e che gestiranno la struttura che ha venti posti letto di cure intermedie.
I lavori
Novità anche per il Murri, dove sono partiti i lavori per dieci nuovi letti di Terapia subintensiva, che saranno pronti per l'inizio dell'anno prossimo. Poi toccherà ad altri dieci letti di Terapia intensiva. A lavori finiti, il reparto avrà venti letti di Terapia intensiva e dieci di subintensiva. È notizia di ieri che la Regione ha messo in campo 84 medici specialisti per le cure domiciliari dei pazienti Covid. Sette quelli assegnati all'Area vasta 4: tre internisti, due cardiologi e due neurologi. Collaboreranno con i medici di base e con quelli delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) per ridurre i ricoveri e, quindi, la pressione sull'ospedale. A dare manforte ai sanitari arriveranno anche neolaureati e specializzandi del quarto e quinto anno di Scienze infermieristiche. È quello che ha deciso ieri mattina il Consiglio regionale votando all'unanimità la mozione del Pd sull'utilizzo delle nuove leve nella campagna vaccinale e nelle attività sanitarie ordinarie. «Mettiamo la giunta spiega il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, primo firmatario della mozione scritta assieme ai Giovani democratici di Fermo nelle condizioni di velocizzare sensibilmente i tempi tecnici della vaccinazione, riducendo così l'impiego del personale sanitario sottratto alle varie strutture ospedaliere e aumentando il numero di dosi somministrabili. Inoltre, in tal modo, sarà possibile abbattere gli insopportabili e insostenibili tempi di attesa per le prestazioni ordinarie».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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