Soprintendenza ad Ascoli con lo zampino di Sgarbi

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Lunedì 20 Gennaio 2020, 05:04
IL RETROSCENA
FERMO «La Soprintendenza delle Marche sud ad Ascoli Piceno? Ho contribuito anch'io». E' questa la rivelazione di Vittorio Sgarbi, arrivata a margine dell'incontro presso il Duomo di Fermo, organizzato dall'Arcidiocesi in occasione del Settenario della Madonna del Pianto. A domanda diretta dei giornalisti, Sgarbi ha spiegato che Ascoli era ed è «La sede più logica e opportuna».
Il ministro
Ma non solo: il critico d'arte ha aggiunto un piccolo retroscena, raccontando di aver perorato direttamente la posizione del capoluogo piceno con il ministro Franceschini. «Ho ricevuto, nei giorni precedenti alla nomina, una telefonata dal sindaco di Ascoli che ha spiegato quanto fosse importante e quanto ci tenessero ad avere la nuove sede della soprintendenza in città». Argomentazioni evidentemente molto convincenti quelle del primo cittadino di Ascoli Marco Fioravanti, tant'è che lo stesso Sgarbi ha poi deciso di chiamare Franceschini e appoggiare personalmente la nomina della città delle Cento Torri. «Una scelta giusta dunque», afferma il critico, legata in buona parte al terremoto che ha investito la provincia di Ascoli e dunque ai difficili temi della ricostruzione. Fermo, continua Sgarbi, resta una città importante e ricca di storia e cultura, ma le ragioni del capoluogo piceno erano più forti. In ogni caso il lavoro dei funzionari sarà visibile e presente anche a Fermo e a Macerata. Accade così in ogni centro dove viene dislocata una sede della Soprintendenza: gli ispettori lavorano sia in sede sia nelle altre città. Se Ascoli, in effetti, sembra guadagnarci maggiormente, il vantaggio qui, spiega il critico, è per tutti: con questa nomina le Marche del sud hanno finalmente un ufficio interamente dedicato a loro, che può concentrarsi sulle necessità urgenti del territorio, a partire dalla ricostruzione post sisma. «E questo conclude Sgarbi non è un danno per Fermo bensì un vantaggio».
Laura Meda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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