LE ELEZIONI
FERMO Terza corsia e collegamenti migliori con l'entroterra. Accessi

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Mercoledì 12 Agosto 2020, 05:04
LE ELEZIONI
FERMO Terza corsia e collegamenti migliori con l'entroterra. Accessi facilitati al centro storico, senza dimenticare i quartieri. Meno burocrazia e più collaborazione tra pubblico e privato. A quaranta giorni dal voto, i commercianti di Fermo dettano la linea per il prossimo quinquennio. Richieste indirizzate ai (finora) quattro candidati sindaco, che vorrebbero trasformate in punti dei programmi elettorali. «Le infrastrutture, in quella zona, sono un disastro. Le scelte passate dei sindaci hanno creato questo blocco dell'autostrada, che è uno degli elementi principali di sviluppo. Bastava fare la terza corsia dieci anni fa e, oggi, quel territorio sarebbe andato alla grande. Invece, la gente che va in vacanza si ferma prima, sulla Riviera del Conero. È stato un errore». A parlare è il direttore di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco.
L'appello
Ai candidati sindaco chiede di battersi per la terza corsia fino a Porto d'Ascoli e per migliorare i collegamenti della città con le tre valli e la montagna. Sul fronte interno, l'attenzione è proiettata sull'accessibilità al centro storico. Plaude all'impianto di risalita, Polacco, il cui ultimo blocco è in cantiere in questi giorni. «È così spiega che sono rinati molti centri storici. Città posizionate come Fermo hanno bisogno di queste possibilità per portare gente in centro in maniera agevole. È la soluzione migliore per far diventare vivo il centro». «La città prosegue ha fatto un salto in avanti come meta turistica e va riconosciuto. È diventata uno dei centri più attrattivi delle Marche. Adesso, serve un progetto di più ampio respiro, anche se non sarà facile, e che i privati investano per migliorare l'accoglienza e lo sviluppo della città. Con la prossima amministrazione regionale spingeremo ulteriormente per ottenere investimenti sui centri storici». Vittorio Ferracuti il commercio l'ha visto cambiare anno dopo anno, nel negozio di corso Cefalonia e in quello più recente dentro il centro commerciale di Campiglione. Il vicepresidente di Confesercenti Ascoli-Fermo è un po' lo specchio di quello che, negli ultimi tempi, sta capitando un po' a tutti i centri storici.
Il dato di fatto
«Che quello di Fermo si sia movimentato dice è un dato di fatto, nonostante la mazzata del terremoto. Si è puntato molto sulle attività di ristorazione, che sono più funzionali e pian piano stanno soppiantando il commercio tradizionale, più penalizzato dalla mancata destagionalizzazione del turismo». Il Natale, con la pista e i mercatini, insomma, non basta. Quella di non aver dato un marchio alla città, per renderla riconoscibile, è una delle principali critiche mosse all'amministrazione uscente. L'accusa è di aver sprecato energie: tanti eventi spot (eccezion fatta per il Natale), piazza e locali pieni per qualche ora, mentre gli altri stanno a guardare. Negli ultimi anni, in centro, sono spuntati come funghi locali e localini.
La situazione
Ma a pochi metri di distanza si respira un'altra aria. «Il centro storico incalza Ferracuti è stato avvantaggiato rispetto ad altre zone. Piazzetta, per esempio, è stata abbandonata. Ma lì c'è il problema dei parcheggi e i locali sono piccoli. Mentre la gente, per comprare, vuole poter scegliere, e per quello serve spazio». «Altre zone prosegue , invece, sono esplose, come Campiglione o viale Trento. Nelle zone popolose per il commercio è più facile. Lì è difficile trovare locali liberi». Corale, da parte dei commercianti, l'appello a snellire la macchina amministrativa. Se da una parte sono state apprezzate le misure di rilancio dopo il lockdown, dall'altra pesano le lungaggini burocratiche per concessioni e pratiche varie.
Il tempo
«Il piano dell'arredo urbano chiosa Ferracuti ha avuto mille problemi. Per la risalita meccanizzata ci sono voluti sei anni e non è ancora finita. La Casina delle Rose è ancora in quello stato, come il mercato coperto. L'assessore Mauro Torresi è stato molto presente, ma non basta. Serve di più».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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