I tecnici e i lavori a rilento «Un freno alla burocrazia»

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Venerdì 18 Gennaio 2019, 05:04
L'EMERGENZA
MONTEFORTINO Sono letteralmente inferociti i sindaci dell'area del terremoto. La ricostruzione ad oltre due anni dal sisma è paralizzata. Posizioni severissime alle quali si affiancano, sulla stessa lunghezza d'onda, quelle dei tecnici incaricati dai privati per le progettazioni. Tra i primi cittadini è quello di Montefortino Domenico Ciaffaroni a dipingere un quadro raccapricciante della situazione attuale. Le notizie dopo il summit con Conte non possono che essere positive, dunque.
Le norme
«La ricostruzione è ferma. O semplificano molto le norme e le procedure, soprattutto per le strutture con danni leggeri rimarca il sindaco - oppure la ricostruzione non si farà nemmeno fra vent'anni. Bisogna permettere alla gente di far eseguire i lavori in modo spedito. Una costruzione con danni lievi (scheda aedes B) non può essere trattata come una grave e più complessa. Siamo all'assurdo. Per costruire un'abitazione nuova ora ci vogliono 14 passaggi burocratici, per una del terremoto ne servono 21. I territori stanno morendo per queste colpe. E' fondamentale poi rafforzare gli uffici per la ricostruzione e dare sicurezze lavorative a chi ci opera». Il ruolo dei sindaci, anche secondo Ciaffaroni, deve diventare primario. «Noi ci siamo stufati di farci rappresentare tuona il sindaco - da organismi che non sanno cos'è il terremoto. Vogliamo essere protagonisti, avere più poteri sulla ricostruzione e assumerci responsabilità anche più grandi, perché siamo noi che stiamo sui territori e rispondiamo direttamente, faccia a faccia, alla gente. Chi conosce i problemi reali del sisma sono i sindaci. Basta con le cabine di regia, l'Anci e compagnie varie. Come abbiamo gestito l'emergenza bene siamo in grado di farlo con la ricostruzione. Se deve esserci una cabina di regia deve essere composta da rappresentanti scelti dai sindaci». Ancora Ciaffaroni. «Le opere pubbliche più danneggiate rimarca il sindaco - devono avere le stesse deroghe di tanti altri edifici pubblici che vengono sistemati da altri soggetti. Non è possibile che per dare un incarico di progettazione ci vogliono 3 mesi, quando altri soggetti, come le diocesi, hanno delle deroghe e possono accelerare tutto». Alla situazione drammatica, riguardo la ricostruzione, palesata dal sindaco di Montefortino fa eco la posizione dei progettisti. E' una situazione disastrosa che va avanti da mesi e non migliora, dicono in coro. C'è stata un'accelerazione dopo l'estate. Poi, lo stop.
Le richieste
Anche per i tecnici occorre decentrare i poteri alla Regione, rafforzare gli uffici della ricostruzione ma con un notevole incremento del personale e soprattutto snellimento delle procedure e semplificazione massima della legislazione e della burocrazia. Il concetto alla base della normativa sul terremoto è completamente errato, dicono i tecnici. Parte dal principio che tutti possono essere dei truffatori. «Il controllo - dicono - è importantissimo ma deve essere fatto dopo. Non si può bloccare a monte il processo, altrimenti per paura di qualche possibile furbo si penalizzano gli onesti che sono la quasi totalità. Poi più si ritarda la ricostruzione maggiore è il dispendio di risorse pubbliche che lo Stato paga per i contributi di autonoma sistemazione a coloro che sono in affitto poiché hanno la casa inagibile». Anche per loro, dunque, l'intesa con il premier apre sbocchi confortanti. Non resta che incrociare le dita per il futuro.
Francesco Massi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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