File, gel e mascherine al voto nell'era Covid

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Lunedì 21 Settembre 2020, 05:04
IL PRIMO GIORNO
FERMO Hanno votato tutti di mattina i candidati sindaco di Fermo. Mascherina azzurra e t-shirt scura per Paolo Calcinaro, il primo a recarsi alle urne, nel seggio di viale Trento. Camicia bianca per Lorenzo Giacobbi, il più giovane dei quattro, che ha votato a Santa Petronilla. Maniche di camicia anche per Stefano Fortuna che, poco prima di mezzogiorno, ha infilato la scheda azzurra nello scatolone del Tirassegno. Divisa della Protezione civile per Renzo Interlenghi che, residente a Magliano di Tenna, non ha votato per le amministrative e che, riconsegnate le due schede restanti, assieme agli altri volontari, s'è messo a controllare che, al seggio, tutti rispettassero le regole anti-Covid. Quelle che hanno condizionato questa tornata elettorale, la prima e si spera l'unica della pandemia. Fatta di sedie davanti alle sezioni, per non far aspettare in piedi gli elettori, di gel per le mani e di pause per le sanificazioni. Le stesse che, forse, hanno convinto parecchi fermani a restare a casa. Ieri sera, alle 19, nei 37 seggi della città, aveva votato solo il 37,12% degli elettori. Cinque anni fa, allo stesso parziale, la percentuale era del 45,42. Va, però, detto che stavolta si vota in due giorni (anche oggi dalle 7 alle 15), mentre l'altra in uno solo. Resta il fatto che l'astensione, a ieri sera, era molto marcata e parecchio alto il numero di chi ha disertato le urne. Le facce di quelli che ci sono andati erano un mix di sorpresa e rassegnazione. Stupiti un po' lo erano, quando una voce, all'ingresso, li faceva entrare uno alla volta.
Le regole
Alle distanze da tenere, invece, erano già abituati. La giornata è trascorsa così, tra file non sempre ordinate e poche parole bisbigliate dietro le mascherine. «Paura? No, perché dovrei averne?», dice una donna mentre aspetta il suo turno, tessera elettorale e carta d'identità in mano. «È più sicuro qui che da tante altre parti», fa un'altra. L'aria è di normalità, nell'eccezionalità della situazione. Eppure, dentro, nei seggi, ci sono i nastri per terra a segnare i percorsi di entrata e di uscita. A ricordare agli elettori che, oltre un certo spazio, con i piedi e le braccia, non si può andare e che, prima di entrare, bisogna passare le mani nel gel disinfettante, all'ingresso e prima di entrare nel seggio. Qualche sezione pulisce le matite dopo ogni voto, altre no. A mezzogiorno c'è la prima sanificazione. Le stanze si svuotano. Poi si ricomincia. Alle sette di sera tocca alla seconda. Sembravano più vuoti, ieri, i seggi fermani. Fuori dalla porta, stanno solo due persone per volta. Dentro, a votare, altrettanti.
L'attesa ai seggi
Tutti gli altri restano fuori e aspettano. A controllare che non si formino gruppetti e che ognuno resti al suo posto ci sono i carabinieri. Alla fine, grossi problemi non se ne vedono. A differenza di altre zone della regione, a Fermo, il fuggifuggi di scrutatori scappati per paura del contagio non s'è verificato. Il timore di esporsi al virus durante questi tre giorni ha spinto anche parecchi presidenti di seggio a rinunciare all'incarico. Situazioni del genere si sono verificate un po' in tutta Italia, ma non sembrano aver intaccato il capoluogo. Secondo l'ufficio elettorale del Comune, infatti, quelli che hanno fatto marcia indietro hanno dimostrato problemi di salute, sopraggiunti dopo la nomina, o di essere sono stati convocati dalle scuole, dove oggi o domani devono presentarsi. Ma c'è anche chi si è ritirato, quando ha realizzato che lo spoglio sarebbe andato avanti fino a martedì. Nessun ripensamento, invece, nel seggio allestito dentro l'ospedale cittadino, quello che più avrebbe potuto invogliare a fare un passo indietro. Il voto si è svolto, invece, regolarmente.
Il voto a domicilio
Anche nell'area Covid, dove è stata impegnata pure la Protezione civile comunale. I volontari hanno attivato una squadra per far votare a domicilio gli elettori in quarantena. Di gruppi, appositamente formati e pronti a partire, ce n'erano tre, ognuna di tre volontari. Ma, visto il numero esiguo di richieste, ne è stato attivato uno. Solo dieci, infatti, le persone in quarantena che hanno chiesto di votare: nove di Fermo e una ricoverata nella Rsa di Campofilone. Bardati nelle tute bianche e schermati dalle visiere trasparenti, i volontari hanno consegnato le schede direttamente a casa, per poi ritirarle e affidarle all'ospedale.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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