È la movida dai due volti le baby gang fanno paura

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Venerdì 19 Luglio 2019, 05:04
LA MOVIDA
FERMO Due pattuglie della Polizia parcheggiano sul lungomare. Scendono quattro agenti. Torce in mano, si dirigono a passo svelto verso la spiaggia. Vicino a un ombrellone chiuso ci sono due ragazzini. Avranno sì e no quindici anni. Fumano. A pochi passi un coetaneo è piegato a terra. Vomita. Sulla costa fermana l'estate di sballo è entrata nel vivo. Ogni sera gli chalet sono presi d'assalto da giovani e giovanissimi con un solo obiettivo: divertirsi.
Il divertimento
Nottate che spesso finiscono all'alba e che si chiudono con locali devastati e la spiaggia ridotta a un immondezzaio. C'entra l'alcol. Che scorre a fiumi. Birre e cocktail che accendono le serate di avventori sempre più giovani. Al punto che, quelli con solo qualche anno un più, avvertono il problema. Loro, neopatentati o ancora in attesa di mettersi per la prima volta al volante, questa fase l'hanno superata. «Quando ci spostiamo raccontano in gruppo , uno di noi, a turno, non beve. O si fa al massimo una birra e, quando è ora di tornare, è lucido. Così, siamo tutti tranquilli». Sono spaventati dai bollettini dei tg sulle stragi del sabato sera. E forse meno incoscienti di quanto si immagini.
I controlli
Quando restano in zona, per bere, devono passare i controlli dei baristi. A Porto San Giorgio, per l'estate, è scattata l'ordinanza che impedisce ai locali di servire alcol ai minorenni. Un divieto che, secondo i ragazzi, viene rispettato. «Quando andiamo al bancone, ci chiedono sempre l'età», dicono alcuni. Poca cosa, in realtà, visto che tanti giovani sembrano più grandi. «Nello chalet dove andiamo noi dice un altro gruppetto vogliono vedere la carta d'identità e, se non sei maggiorenne, gli alcolici non te li danno. Noi, comunque, anche se abbiamo diciotto anni, sappiamo quando fermarci. Beviamo quel tanto che ci basta per divertirci». Nei giorni scorsi, due barman sono stati denunciati perché pizzicati a servire alcolici a dei sedicenni. Controlli che, d'estate, si intensificano su tutta la costa. All'ordine del giorno, anzi della notte, giovani che vengano fermati da qualche pattuglia. «Se non ci fermano, comunque li vediamo ai lati della strada», dice un ragazzo. «A me hanno fatto già due volte l'alcol test, sempre negativo», aggiunge un altro. «Una sera che ero in macchina con alcuni amici, è successo che ci hanno fermato e perquisito con i cani», racconta un altro ancora. Il tutto, mentre i genitori li aspettano a casa. Seguendoli, da lontano, con chiamate e messaggini. «Capita che mi chiamino, anche un paio di volte in una sera. È per stare tranquilli. Non me la prendo, anche se, davanti agli amici, un po' mi vergogno», dice una ragazza che non ha ancora diciotto anni.
Le famiglie in ansia
Genitori in ansia pure quelli dei ragazzini che, in preda ai fumi dell'alcol, danno vita a risse e scazzottate. La dinamica è più meno sempre la stessa: i battibecchi partono in spiaggia e si spostano negli chalet, coinvolgendo avventori spesso più adulti. «Pochi giorni fa, ero in un locale e un gruppetto di ragazzini ha infastidito la mia ragazza. Ho mantenuto la calma, altrimenti sarebbe finita male. Esco per divertirmi e, per evitare certe situazioni, vado in posti frequentati da gente più grande».
Sono baby gang che, il più delle volte, arrivano da fuori, dall'entroterra o da altri paesi della costa e che perdono completamente il controllo. Quest'anno la situazione pare migliorata, ma fino all'anno scorso di risse ce n'erano quasi ogni sera.
Le gag
«Dovevi andare in giro con quattro occhi aperti. A me l'anno scorso uno ha puntato una pistola contro. Eravamo tra amici e ci stavamo divertendo. Poi sono arrivati questi e hanno iniziato a darci fastidio. Uno ha tirato fuori la pistola. Non ci potevo credere. Adesso, però, pare un po' meglio, anche perché molti chalet hanno la sicurezza privata». Girando per le spiagge in queste notti estive, non è difficile imbattersi in agenti privati che controllano che locali e attrezzature non vengano distrutti. Anche i balneari si sono organizzati, legando con catene di ferro ombrelloni e sdraio, principali vittime di queste orde di ragazzini. Che per comunicare usano una specie di codice. «Quando vedi tre lettere vicino al nome di qualcuno sul suo profilo social spiega un giovane che pare saperne , vuol dire che fa parte di un gruppo. Quelli con le stesse lettere sono nella stessa gang». Un fenomeno in crescita, che preoccupa non poco. Sfuggente ai più, ma monitorato di continuo dalle forze dell'ordine.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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