Cabina di regia, ora o mai più il turismo non può attendere

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Lunedì 28 Ottobre 2019, 05:04
LA STRATEGIA
FERMO Aspettando di sapere come, dati ufficiali alla mano, è andata l'estate, si torna a parlare di promozione turistica condivisa. A chiedere una rete tra i Comuni della provincia sono ora gli operatori di settore. Il discorso, si sa, non è nuovo. Puntuale, torna ogni anno. Proprio a fine stagione, quando si fa il conto degli errori di quella appena passata e si comincia a progettare quella successiva. Parole come programmazione anticipata, destagionalizzazione e promozione territoriale tornano, così, a fare capolino. I buoni propositi, però, non bastano. Anche perché, mai come in questo caso, finora sono rimasti tali. Il momento buono è questo, dicono gli operatori.
Gli eventi
Ma adesso i Comuni, ognuno per conto proprio, sono alle prese con l'organizzazione degli eventi natalizi. Poi ci sarà la primavera, con le festicciole e il ritorno all'aperto. Ed, ecco, in arrivo un'altra estate. Con tutti i limiti di quelle precedenti. È proprio questo che commercianti e albergatori vogliono evitare. Qualche tempo fa, il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, ha provato a imprimere un'accelerazione al discorso. Ha proposto di creare una cabina di regia.
Il coordinamento
Un coordinamento tra Comuni per lavorare insieme senza accavallarsi e unendo le forze. Per non far torto a nessuno ed evitare che campanilismi vari potessero frenare la spinta, Marca Fermana si è candidata alla guida del tavolo tecnico. A breve, l'associazione dovrebbe rinnovare il direttivo. E chissà che non sia la volta buona per passare dalle parole ai fatti. Ma c'è anche un'altra realtà che si propone di far dialogare i Comuni della provincia. È il Distretto turistico del Fermano, l'ente, nato appena un anno fa, che vorrebbe creare un marchio della costa, da allargare poi a tutto il territorio. Un brand del Fermano, ossia un riconoscimento unico e caratteristico su cui la provincia dovrebbe puntare per promuoversi in Italia e all'estero. Obiettivo: scalare posizioni nella classifica che, da anni, vede il territorio ultimo tra le province marchigiane per attrattività turistica, soprattutto da oltre confine. «L'idea è di iniziare con un brand della costa, che si vende più facilmente, per poi allargarci a tutto il Fermano», dice il presidente del Distretto, Gianluca Vecchi. Nei mesi scorsi, sindaci e assessori dei Comuni del litorale si sono seduti attorno a un tavolo. Tutti d'accordo, a parole. Ma di azioni concrete finora se ne sono viste poche. «Mancano le risorse. Per questo non si riesce ad andare avanti», spiega Vecchi. Soldi che, però, in un modo o nell'altro, ognuno per sé, i Comuni li trovano sempre. Che sia allora la difesa dei soliti campanili a tirare il freno a mano della promozione condivisa? No, secondo il presidente del Distretto che parla invece di «unità dei Comuni nel riconoscere il bisogno di creare un marchio e di spingere un territorio che ha tutte le carte in regola per poter essere considerato maggiormente in ambito turistico».
Le risorse
I presupposti, insomma, pare ci siano. Quello che serve sono dunque risorse per trasformare le intenzioni in fatti. Che significa pacchetti turistici che, tra l'altro, favorirebbero la destagionalizzazione, altra nota dolente della provincia fermana. Perché al territorio, lo si ripete da sempre, non manca niente. Ha il mare e la montagna, distanti una manciata di chilometri. Ha i borghi che, al netto dei danni del terremoto, sono autentici scrigni. Ha cultura ed enogastronomia, natura e prodotti di pregio.
L'occasione
E ora, insieme al resto delle Marche, è svettato al secondo posto tra le regioni più belle del mondo. Un'occasione da cogliere al volo, che il Fermano non può permettersi di perdere. «Se avessimo avuto pronto un nostro marchio - dice Vecchi - ci saremmo potuti accodare. Purtroppo ancora non ci siamo riusciti, ma ci stiamo muovendo su più fronti: sia per un turismo classico sia per altre forme più innovative. Piccole azioni, ma concrete, per porre le basi per poter crescere». Ad esempio, cavalcando il riconoscimento Unesco di Learning city ottenuto da Fermo e il progetto di fare del capoluogo la prima Deaf city, cioè la prima città d'Italia accessibile alle persone sorde. Un punto di partenza per caratterizzarsi e capitalizzare un turismo di nicchia. Che, se andasse in porto, potrebbe fare da apripista per altre buone pratiche, conferendo finalmente al Fermano il ruolo che merita.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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