All'ex mercato coperto fra eccellenze e start up

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Giovedì 19 Settembre 2019, 05:04
I PROGETTI
FERMO «Scheletri inutilizzati». Li chiama così, il sindaco Paolo Calcinaro, tutti quei palazzoni in disuso sparsi per la città. «Ce ne sono già abbastanza», continua a ripetere a chi lo tira per la giacchetta, chiedendogli di provare a comprare l'ex stazione di Santa Lucia. «A Fermo dice spesso si sogna da qui a tra trent'anni, ma non si fa il passo in avanti per il domani». Come a dire: meglio l'uovo oggi che l'ipotetica gallina del dì a venire. Si può essere d'accordo o no. Ma di «scheletri inutilizzati», il centro, è pieno. Per riempirli, ci si ingegna. Con bandi, progetti e finanziamenti.
Il tempo
Così è stato per l'ex mercato coperto di piazzale Azzolino, salvato dai 7,3 milioni dell'Iti Urbani. Il progetto è ambizioso. Per realizzarlo, ci vorrà tempo. «Da qui a tre anni», fa sapere il sindaco. Si partirà con il miglioramento sismico, «con cui adesso bisogna fare i conti per tutti gli edifici». Una volta sistemato, al piano di sotto andranno gli uffici. In quello di sopra un «mercato di eccellenze». Se saranno botteghe di scarpe e borse o di frutta e vino, è presto per dirlo. «Dipenderà dalla risposta del mercato e degli stakeholders con cui dovremo infittire un dialogo per vedere se andare più sull'artigianale-manifatturiero o sull'enogastronomico. Ma sempre prodotti di eccellenza e rappresentativi del nostro territorio», fa sapere il sindaco. Una parte del piano sarà lasciata pubblica, «convertibile in zona eventi». Sotto andranno le start up. Che siano commercianti o giovani ricercatori, il posto all'ex mercato coperto non lo pagheranno. Niente affitto, quindi, «per incentivare la partecipazione».
Il Girfalco
In salita, invece, la strada per vendere la Casina delle rose. Dell'ex hotel del Girfalco non si parla più da un po'. «Rimaniamo con le antenne dritte, ma il contenitore non è adeguato alle attuali normative per fare ricettività», dice Calcinaro. Il problema sono gli interni. Scale, corridoi e «spazi sprecati», ormai fuori mercato. «È evidente punzecchia il sindaco che la svendita di cui parlava qualcuno non c'è stata, altrimenti avremmo avuto la fila». Difficile trovare un acquirente per la Casina. E, più passa il tempo, più la situazione dell'edificio peggiora. «Si dovrà interloquire, anche perché la valutazione fu fatta prima del sisma. Qualora si aprisse qualche possibilità di fondi con progettualità europee, sarebbe una priorità», lo spiraglio lasciato aperto. E poi? «Venderla o, a quel punto, darla in gestione, ma sempre come albergo». A pochi passi, un altro «scheletro»: l'ex cinema Helios. Questa volta il Comune non c'entra, perché, da dieci anni, l'edificio è di proprietà dell'imprenditore Enrico Bracalente. Che, pare, vorrebbe venderlo. «È un imprenditore con la i maiuscola e saprà bene se potrà risultare utile una volta che si andrà configurando il piano su Fermo», sintetizza Calcinaro.
Lo sblocco
Che non nega la soddisfazione per aver sbloccato i lavori del Fontevecchia e per la vicina riapertura del Terminal. «In itinere con punto interrogativo» il progetto per l'ex scuola media Betti che il Comune vorrebbe trasformare in ostello, con ristorante e spazi per i giovani. «Speriamo di avere presto notizia del finanziamento», dice il sindaco che pensa anche a un altro scheletro da riempire: l'ex istituto d'arte Preziotti, «un bel contenitore che meriterebbe di essere ripreso». Magari con «qualche fondo proprio per recuperarne una parte».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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