Ultimo miglio già visto nell'88 «Così abbiamo perso 31 anni»

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Mercoledì 22 Maggio 2019, 05:05
LE INFRASTRUTTURE
ANCONA Quell'anno c'era ancora (per poco) il Muro di Berlino, morivano Enzo Tortora ed Enzo Ferrari, Gelindo Bordin trionfava alla maratona olimpica e le vacanze in Adriatico erano rovinate dalle mucillagini. Era l'88, 31 anni fa, e la giunta comunale di Ancona voleva inserire nel piano regolatore generale un'ipotesi di bypass dal porto che ricorda molto, nel tracciato con l'innesto sulla Flaminia all'altezza dell'autosalone Bartoletti, la soluzione adottata nel piano di fattibilità tecnico-economica dell'Anas. «Quell'ipotesi venne accantonata per le proteste dei residenti e per l'opposizione accanita del Pci in consiglio comunale», ricorda oggi Sergio Strali, all'epoca assessore all'Urbanistica della giunta Monina, una coalizione laica con l'appoggio della Dc. Più o meno 11mila giorni dopo, si torna alla casella di partenza, con un larghissimo Giro dell'Oca che oggi farebbe dire, proprio come Enzo Tortora al suo ritorno in Tv dopo l'ingiusta carcerazione: «Dove eravamo rimasti?».
Eravamo rimasti all'intenzione della giunta Monina, in vista della revisione del Prg poi adottato nel 1988, di inserire nella pianificazione urbanistica un'infrastruttura viaria per collegare il porto alla statale Adriatica aggirando il quartiere di Torrette e riducendo l'impatto del traffico pesante. «La prima previsione del piano regolatore predisposto nell'87 - ricorda Strali, che da assessore del Psi l'aveva seguito in prima persona - prevedeva un tracciato con innesto sulla Flaminia all'altezza di Bartoletti, poi si risaliva con un passaggio in galleria, per lambire il campo sportivo di Torrette e poi rientrare su via Conca prima dell'ospedale. Un tracciato che riflette quasi esattamente quella che ora è l'ipotesi di lavoro dell'Anas».
Paura per gli scavi
Ma la soluzione viaria fu accolta con bassissimo gradimento sia in consiglio comunale, soprattutto tra i banchi del Pci, sia tra i residenti della zona di Torrette, preoccupati soprattutto per gli scavi sotto le fondamenta delle abitazioni. «Ci fu l'avversione durissima del Pci in consiglio comunale - ricorda Strali -, dove c'era un noto esponente torrettano (Eugenio Duca, ndr) e i residenti si mobilitarono, anche con molte assemblee pubbliche, per manifestare preoccupazioni legate soprattutto alla realizzazione dei tunnel. Per questo, visto che non c'erano condizioni minime favorevoli, decisi di non inserire quella soluzione nel Prg, sostituendola con un bypass più a nord, appena superato l'abitato di Torrette, che si internava in zona Colle Ameno risalendo fino alla statale».
Entrambe le soluzioni (Bartoletti e Colle Ameno) sono state rispolverate dai cassetti del Comune nel dicembre 2016, dopo che l'allora ministro Delrio aveva bocciato l'ipotesi di Uscita a Ovest sulla cui progettazione si era insistito invano nei 13 anni precedenti. Il Comune di Ancona ha preferito la soluzione con internamento più a sud, che consente di eliminare il passaggio dei tir in transito in porto nell'abitato di Torrette.
Tanto tempo perso
«Torniamo dunque allo stesso tracciato di 31 anni fa - osserva Sergio Strali, ex dirigente del settore Trasporti della Regione Marche, in pensione da fine 2015 -. E mi viene da dire che non avremmo perso tutto questo tempo se ci fosse stata più disponibilità a perseguire l'interesse generale, dando via libera a un'infrastruttura di importanza cruciale per Ancona, e meno attenzione alla ricerca di facili consensi politici. Quanto ai residenti, qualche disagio ci sarebbe sicuramente stato, ma opere del genere si realizzano in assoluta sicurezza, pensando al bene di tutta la città».
Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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